No alla corruzione e alla delocalizzazione |La voce dei Giovani imprenditori di Confindustria

di Redazione

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No alla corruzione e alla delocalizzazione |La voce dei Giovani imprenditori di Confindustria

| sabato 07 Giugno 2014 - 11:00

Fiducia condizionata al governo, no alle delocalizzazioni selvagge e alla corruzione, fiducia nella possibilità di saper creare nuovi posti di lavoro. È il messaggio dei Giovani imprenditori di Confindustria, riuniti a Santa Margherita Ligure.

Aprendo i lavori, il presidente, Marco Gay, ha parlato del recente voto alle elezioni europee, un “voto che grida cambiamento e responsabilità”. La fiducia ottenuta dal partito del premier Matteo Renzi, per Gay, “è una fiducia che si misurera’ sulle capacita’ di rispettare gli impegni”.

“L’Italia ha un governo a cui gli italiani hanno chiesto di non perdere tempo” e “noi Giovani imprenditori siamo qui per dire: presidente Renzi, lavoriamo uniti. Abbiamo responsabilità distinte, ma insieme possiamo arrivare più lontano”.

Al governo, i Giovani imprenditori, attraverso il loro presidente, chiedono “una politica industriale ambiziosa e coerente. Una strategia condivisa da decisori e da attori privati, che tenda a realizzare una visione ambiziosa e coerente del nostro ruolo in Europa, e del ruolo dell’Europa nel mondo”. In particolare, ha sottolineato Gay, “vogliamo una prospettiva progettuale e decennale, perche’ chi fa impresa ha bisogno di orizzonti piu’ ampi per investire”.

E ancora. Delocalizzare solo per cercare manodopera più a buon mercato “non e’ un’opzione imprenditoriale” e “chi non accetta che il legittimo profitto sia indissolubilmente legato al territorio che lo genera” deve uscire da Confindustria. “Non abbiamo paura a dirlo: la delocalizzazione di quelle imprese che producono utili ma che vanno alla ricerca di manodopera sempre più sottopagata, sradicando ricchezze produttive che hanno segnato la storia di intere città e distretti, oggi non può più essere considerata una qualsiasi opzione imprenditoriale”.

“La nostra sfida” – ha aggiunto – “è quella di creare non solo posti di lavoro ma anche nuovi imprenditori: nel nostro movimento siamo 13mila, se ciascuno di noi incubasse o contribuisse alla creazione anche solo di una start up, in poco tempo avremmo 10mila nuove imprese. In termini di occupazione” – ha concluso – “significa molto più di un milione di posti di lavoro”.

“Vogliamo un sistema che non tollera i corrotti e i corruttori, che non sfregia la grande opportunita’ dell’Expo con l’ennesimo scandalo”, ha affermato Gay, “gli imprenditori onesti hanno tutto l’interesse a che il sistema economico sia sano”. “La legge sull’autoriciclaggio non ci spaventa, anzi ci aiuta a eliminare la concorrenza sleale della criminalita’ organizzata che invade sempre piu’ attivita’ lecite dove prima non arrivava”.

Infine un riferimento all’Europa. Il semestre europeo va abolito perché un’Europa che ha “sprecato se stessa” diventi “veramente Europa”. “Le formazioni antieuropeiste hanno sbancato ovunque ma oggi, mentre succede questo, proprio in quei Paesi che piu’ degli altri hanno tratto vantaggio dal mercato unico europeo, gli italiani hanno saputo dire: facciamo l’Europa nuova”, ha dichiarato Gay, “per questo oggi c’e’ una coincidenza irripetibile, fra quello che si vuole e quello che si puo’ fare”.

“Sia chiaro, come italiani non abbiamo usato l’Europa come potevamo; abbiamo sprecato i margini di risparmio derivati dalla stabilita’ dell’euro, sperperato la progettualità offerta dai fondi strutturali, utilizzato i posti al Parlamento europeo più per riciclare seconde e terze linee di politici che non per mandare avanti le teste più competenti”, ha detto ancora il presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria, “ma e’ soprattutto l’Europa che ha sprecato se stessa”.

“Siamo consapevoli che il nostro semestre europeo è una buona occasione per rimediare, una grande opportunità che l’Italia ha per dettare l’agenda”, ha aggiunto Gay, “e noi vorremmo che il primo punto all’ordine del giorno fosse proprio l’abolizione del semestre stesso; non perché vogliamo abolire l’Europa, all’opposto, perché vogliamo che diventi veramente Europa, anzi, Stati Uniti d’Europa. C’è un presidente del Consiglio europeo, nominato per due anni e mezzo: ci sembra che possa bastare”.

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