Tredici senatori del Pd si autosospendono | Renzi dalla Cina: “Non lascio il Paese a Mineo”

di Redazione

» Politica » Tredici senatori del Pd si autosospendono | Renzi dalla Cina: “Non lascio il Paese a Mineo”

Tredici senatori del Pd si autosospendono | Renzi dalla Cina: “Non lascio il Paese a Mineo”

| giovedì 12 Giugno 2014 - 11:46

Tredici senatori del Partito democratico (14 se si considera lo stesso Mineo), a seguito di quanto avvenuto in merito all’allontanamento di Corradino Mineo dalla commissione Affari Costituzionali, si sono autosospesi dal gruppo parlamentare. L’annuncio arriva dal senatore Paolo Corsini, che poco dopo le 11,30 di questa mattina ha dato l’annuncio in Aula a Palazzo Madama. Corradino Mineo era da tempo su posizioni contrarie al progetto della nuova legge elettorale denominata Italicum.

Dalla Cina il premier, Matteo Renzi, aveva parlato in merito alle vicende di ieri sera: “Noi non lasciamo a nessuno il diritto di veto: conta molto di più il voto degli italiani che il veto di qualche politico che vuole bloccare le riforme. E siccome contano di più i voti che i veti, vi garantisco che noi andiamo vanti a testa alta”. Oggi però il presidente del consiglio alza la voce: “Non ho preso il 41% per lasciare il futuro del Paese a Mineo. È stupefacente che Mineo parli di epurazione. Un partito non è un taxi che uno prende per farsi eleggere”.

“Apprezzo il Renzi politico e penso sia una risorsa ma il renzismo-stalinismo è grave. Non era mai successo- spiega Corradino Mineo a Radio Popolare – che si violasse così l’articolo 67 della Costituzione – Da parte mia nessun veto, la mia colpa è quella di aver detto – continua – che i colonnelli di Renzi, Boschi, Zanda e Finocchiaro hanno gravemente danneggiato il progetto di riforma del senato voluto dallo stesso governo – aggiunge – Lo hanno fatto con un incomprensibile, arbitrario e supponente ritorno indietro rispetto al dibattito che si è svolto in Commissione. È un modo di procedere poco rispettoso del parlamento. Per aver detto questo sono stato cacciato”.

“Il processo delle riforme va avanti, non si può fermare per dieci senatori”. Ha affermato il ministro delle Riforme Maria Elena Boschi commentando a Montecitorio il ‘caso Mineo’. Gli fa eco il sottosegretario alla Presidenza, Luca Lotti secondo il quale quei “senatori non possono permettersi di mettere in discussione il volere di 12 milioni di elettori”. Lotti aggiunge poi che Mineo “ha tradito l’accordo col gruppo. Siamo un partito Democratico, non un movimento anarchico”.

“Quanto avvenuto nel gruppo del Pd in occasione del dibattito sulle Riforme – dice il senatore del Pd Paolo Corsini in Aula a nome dei senatori autosospesi – è stata un’epurazione delle idee non ortodosse ed è una palese violazione della nostra Carta fondamentale. Chiediamo dunque alla presidenza gruppo Parlamentare un chiarimento”.

“Cinque riunioni del gruppo a Palazzo Madama, due direzioni Pd, il voto di 11 milioni di elettori alle elezioni europee. Evidentemente tutto questo non basta ai 13 colleghi del Pd che si sono autosospesi per far valere un assurdo potere di veto contro le riforme del governo Renzi – afferma il senatore dem Francesco Scalia – Chi parla di violazione dell’articolo 67 della Costituzione-aggiunge il parlamentare- dovrebbe ricordare che la composizione delle commissioni è decisa dai gruppi. La posizione di Mineo – conclude – avrebbe leso il principio di maggioranza. I senatori democratici sono 107 e si sono più volte espressi a favore del disegno di legge costituzionale”.

Edizioni Si24 s.r.l.
Aut. del tribunale di Palermo n.20 del 27/11/2013
Direttore responsabile: Maria Pia Ferlazzo
Editore: Edizioni Si24 s.r.l.
P.I. n. 06398130820