La processione si ferma sotto casa del boss | Alfano: “Deplorevoli rituali cerimoniosi”

di Redazione

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La processione si ferma sotto casa del boss | Alfano: “Deplorevoli rituali cerimoniosi”

| domenica 06 Luglio 2014 - 15:27

La processione della Madonna delle Grazie della frazione Tresilico di Oppido Mamertina si è fermata davanti all’abitazione del presunto boss della ‘ndrangheta Peppe Mazzagatti, di 82 anni, ai domiciliari per motivi di salute.

In quel momento, il comandante della stazione dei carabinieri ha preferito allontanarsi dalla processione. Altri due carabinieri invece hanno ripreso la scena. La processione, giunta nei pressi dell’abitazione di Peppe Mazzagatti, condannato all’ergastolo per omicidio e associazione per delinquere, si è fermata per circa trenta secondi.

Soltanto 15 giorni fa Papa Francesco, nel corso della messa nella spiana di Sibari, ha scomunicato i mafiosi. Papa Bergoglio, al termine della visita pastorale nella diocesi di Cassano allo Jonio, aveva lanciato la scomunica per i mafiosi e la richiesta di combattere la ‘ndrangheta perché adora i soldi e disprezza il bene. “Quando non si adora il Signore – aveva detto il Papa – si diventa adoratori del male, come lo sono coloro che vivono di malaffare, di violenza, la vostra terra, tanto bella, conosce le conseguenze di questo peccato. La ‘ndrangheta è questo: adorazione del male e disprezzo del bene comune. Questo male va combattuto, va allontanato, bisogna dirgli di no. La Chiesa che so tanto impegnata nell’educare le coscienze, deve sempre più spendersi perché il bene possa prevalere. Ce lo chiedono i nostri ragazzi. Quelli – aveva concluso – che non sono in questa strada di bene, come i mafiosi, questi non sono in comunione con Dio, sono scomunicati”.

“Il maresciallo dei Carabinieri di Oppido Mamertina si è scostato rispetto alla processione per compiere gli atti di polizia giudiziaria, ovvero per poter con una telecamera il gesto dell’inchino davanti all’abitazione del boss, e procedere all’identificazione sia dei portatori della statua sia di chi ha dato l’ordine di compiere questo gesto – spiega il comandante provinciale dei carabinieri, il colonnello Lorenzo Falferi – Il tutto viene compendiato in una informativa che è già alla nostra attenzione, insieme alla procura circordariale di Palmi e alla Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria. Il comandante di stazione ha fatto il suo dovere -rimarca- e ha compito un atto di servizio. E’ in corso l’identificazione di tutte le persone coinvolte. Il nostro compito è informare l’autorità giudiziara”, poi scatteranno le altre misure.

Il presunto boss, condannato all’ergastolo per omicidio ed associazione mafiosa, è ritenuto uno dei principali protagonisti della faida tra le cosche della ‘ndrangheta di Oppido Mamertina verificatasi negli anni ’90. Nel 1993 gli uccisero in un agguato mafioso il figlio Pasquale, di 33 anni. Nel 2003, dopo una lunga detenzione in carcere, ha ottenuto gli arresti domiciliari per motivi di salute e per la sua età.

“Deplorevoli e ributtanti rituali cerimoniosi”. Con queste parole il ministro dell’Interno Angelino Alfano ha definito la vicenda. Il ministro si è inoltre complimentato con i carabinieri che hanno preso le distanze da quelli che Alfano giudica “atti incommentabili”.

“La lotta a tutte le mafie è anche nei comportamenti di chi si oppone ad antiche servitù e soggezioni di chi le omaggia ed è anche in chi prende le distanze da deplorevoli e ributtanti rituali cerimoniosi di chi soggiace alle loro logiche di violenza” ha detto Alfano. “Papa Francesco, un combattente, qualche giorno fa ha detto che questa è l’unica strada per una vera e propria rivoluzione sociale. Per un no forte a chi è schiavo del male e della cultura della morte”.

Alfano ha concluso definendo “esemplare il comportamento dei carabinieri che si sono allontanati, mentre altri compivano quel gravissimo gesto, per mantenere pulita la loro divisa e integro l’alto valore delle istituzioni che rappresentano. Per questo motivo, mi sono complimentato con il comandante Leonardo Gallitelli. Confido che anche altri prendano presto le distanze da atti incommentabili”.

La presidente della Commissione parlamentare Antimafia, Rosy Bindi, ha telefonato al maresciallo dei carabinieri Andrea Marino per ringraziarlo del gesto di dissociazione. “Quanto è avvenuto nel corso della processione sconcerta e addolora – dichiara Bindi – e la Commissione antimafia intende approfondire i fatti incontrando anche il maresciallo Marino”. “Ingiustificabile” il comportamento degli amministratori di Oppido Mamertina che “non hanno reagito con la necessaria fermezza all’omaggio intollerabile concesso a un pericoloso pregiudicato”.

“Quanto accaduto in Calabria è tristissimo e vergognoso: un plauso ai carabinieri che non si sono piegati al crimine abbandonando la processione della Madonna delle Grazie, destinata a una tappa ‘ossequiosa’ sotto casa del presunto boss locale”. Lo afferma in una nota il Presidente dell’Udc, Gianpiero D’Alia, componente della Commissione Giustizia di Montecitorio.”Ora chiediamo la massima severità nei confronti di chi ha compiuto questo sfregio verso le istituzioni e il sentimento cristiano”.

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