“Nessun licenziamento a Gela, non andremo via” | L’ad di Eni chiarisce le intenzioni dell’azienda

di Redazione

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“Nessun licenziamento a Gela, non andremo via” | L’ad di Eni chiarisce le intenzioni dell’azienda

| sabato 19 Luglio 2014 - 14:53

“Non abbiamo intenzione di andarcene da Gela né vogliamo toccare l’occupazione. Abbiamo intenzione di investire 2,1 miliardi in diversi progetti, tra i quali la trasformazione in raffineria verde per riconvertire il personale”. L’Ad di Eni Claudio Descalzi, in missione in Mozambico insieme al premier Matteo Renzi chiarisce così le intenzione del Cane a Sei Zampe.

“Non abbiamo intenzione – chiarisce Descalzi – di accedere agli ammortizzatori sociali né di chiedere contributi al governo. Ma dobbiamo trovare una nuova strada perché la raffinazione non ha futuro non solo in Italia ma anche in Europa dove hanno chiuso 19 raffinerie”.

Dal 2009, spiega l’amministratore delegato di Eni, “abbiamo investito nel reparto della raffinazione 2,9 miliardi ma abbiamo avuto perdite in Italia di 5,9, bisogna trovare un’altra strada e sono fiducioso che si troverà una soluzione positiva per Gela, la Sicilia e l’Eni”.

Ma i lavoratori non si fidano. “Ormai, per l’Italia, il Sud conta meno del terzo mondo, infatti l’Eni a Gela vuole chiudere la raffineria mentre va ad investire 50 miliardi in Mozambico”. Lo dicono i dipendenti che da due settimane presidiano le vie di accesso allo stabilimento. Nei loro animi cresce la rabbia e monta la polemica, anche a seguito delle dichiarazioni rese ai quotidiani e alle agenzie prima da Salvatore Sardo, chief downstream & industrial operations officer, e poi dall’amministratore delegato dell’Eni, Claudio Descalzi, i quali hanno garantito che “a Gela non chiudiamo e non licenziamo nessuno”.

“Qui non ci fidiamo più delle promesse dell’Eni”, dice il segretario nazionale dei lavoratori dell’energia, petrolio e gomme, della Filctem-Cgil, Emilio Miceli. E Maurizio Castania, segretario territoriale della Uilcer di Caltanissetta conferma che “il fronte di lotta non arretra di un millimetro: si sciopera e si manifesta il 28 luglio a Gela coi segretari nazionali Susanna Camusso (Cgil) e Paolo Pirani (Ultec-Uil), si sciopera in tutta l’Eni e si manifesta a Roma il 29, mentre i blocchi continuano”.

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