Bracciante ucciso nel Ragusano | Confessa l’uomo fermato per l’omicidio

di Stefania Brusca

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Bracciante ucciso nel Ragusano | Confessa l’uomo fermato per l’omicidio

| martedì 19 Agosto 2014 - 12:33

I carabinieri della compagnia di Vittoria hanno fermato un 25enne rumeno ritenuto responsabile dell’omicidio del 26enne Sultan Tipu, bracciante agricolo, originario del Bangladesh. Si tratta di Iulian Ciubotaru, anch’egli bracciante agricolo che ha confessato il delitto. Ora dovrà rispondere di omicidio volontario aggravato e porto di oggetti atti ad offendere.

Sultan Tipu  è stato  colpito a morte da una coltellata sferrata all’altezza del cuore, domenica nelle campagne di Vittoria (Ragusa). L’accaparramento del lavoro nei campi sembra essere il movente dell’omicidio. Secondo quanto ricostruito finora la vittima è stata aggredita davanti  all’ingresso della propria abitazione e avrebbe tentato quindi di  allontanarsi  per cercare aiuto, percorrendo oltre 80 metri, per poi accasciarsi al suolo in un campo.

Le indagini hanno preso le mosse  dalle dichiarazioni dell’ultima persona che aveva visto la vittima ancora in vita, il proprietario dell’abitazione dove risiedeva. È stato lui infatti a  chiamare il 112. Quest’ultimo ha riferito ai militari di aver visto il ragazzo avvicinarsi alla propria abitazione in cerca di aiuto, di averlo sentito lamentarsi per l’aggressione subita dicendo “il rumeno mi ha accoltellato”.

Una volta rintracciato dai militari, Ciubotaru ha confessato l’omicidio ammettendo di aver accoltellato il ragazzo e  indicando il luogo dove si era disfatto dell’arma usata per il delitto e degli abiti indossati al momento dell’omicidio. Sono stati così rinvenuti e sequestrati  un paio di pantaloni blu jeans, una t-shirt di colore bianco intrisi di sangue, una scatola in cartone macchiata di sangue contenente una serie di coltelli in ceramica, tra cui uno in particolare, con  il manico di colore blu intriso di sangue, con una lama di nove centimetri.

Al termine delle formalità di rito, il reo confesso è stato condotto presso la Casa Circondariale di Ragusa a disposizione dell’Autorità Giudiziaria iblea.

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