Uccide il marito a coltellate e tenta il suicidio | La donna soffriva per la morte della figlia

di Redazione

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Uccide il marito a coltellate e tenta il suicidio | La donna soffriva per la morte della figlia

| martedì 26 Agosto 2014 - 10:10

Uccide il marito a coltellate, poi tenta il suicidio. Il dramma familiare, questa mattina alle 5, nel paese di Carlentini, in provincia di Siracusa. La donna, Sebastiana Ippolito, ha inferto numerose coltellate al marito, Alfio Vinci, 72 anni. Per l’uomo non c’è stata possibilità di salvarsi, i soccorritori giunti sul luogo del delitto, l’appartamento della coppia in via del mare, non hanno potuto far altro che constatarne il decesso.

La donna con lo stesso coltello ha poi provato a togliersi la vita, ma è stata soccorsa dai carabinieri che sono intervenuti a seguito delle chiamate dei vicini di casa dei coniugi, allarmati dalle urla. Si trova adesso ricoverata in prognosi riservata all’ospedale di Lentini.

Secondo le prime ricostruzioni, poco dopo la mezzanotte Sebastiana Ippolito, che ha 60 anni, avrebbe preso un coltello, di quelli che si usano a tavola, si sarebbe recata nella camera del marito ed avrebbe iniziato a pugnalarlo colpendolo nel sonno. Poi è andata in bagno per tentare il suicidio, ma con il coltello si sarebbe procurata solo ferite superficiali sul corpo prima di svenire. Intorno alle 3 si sarebbe risvegliata ed avrebbe urlato richiamando l’attenzione dei vicini.

Sarebbero almeno una trentina, forse addirittura quaranta le coltellate che Sebastiana Ippolito avrebbe inferto al marito, uccidendolo al culmine di una lite. L’uomo sarebbe morto sul colpo già al terzo fendente che ha raggiunto il 72enne allo stomaco. I coniugi sembra dormissero in camere separate. pare che la donna soffrisse di una crisi depressiva per la morte di una delle due figlie, di 38 anni, avvenuta nel 2008 per tumore.

“È ancora presto per potere dire se la donna abbia tentato il suicidio, ma certamente era depressa da tempo e per questo non è un’ipotesi da escludere, ma neppure certa. Occorrerà del tempo per verificarlo”, ha spiegato il procuratore di Siracusa, Francesco Paolo Giordano.

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