L’Aquila, discarica abusiva in aeroporto | Nello scalo le macerie del terremoto

di Redazione

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L’Aquila, discarica abusiva in aeroporto | Nello scalo le macerie del terremoto

| martedì 21 Ottobre 2014 - 10:54

Parte delle macerie del terremoto che nel 2006 ha distrutto L’Aquila venivano smaltite in una discarica abusiva di circa 20mila metri quadrati in una zona interna all’aeroporto di Preturo (L’Aquila), a nord della pista d’atterraggio. L’obiettivo era quello di realizzare, a costo zero, grazie ai materiali di risulta che sarebbero poi stati ricoperti, la nuova area di sicurezza di fine pista. Lo hanno scoperto gli uomini della Guardia di Finanza, che hanno messo sotto inchiesta cinque persone.

Gli indagati sono ritenuti responsabili di traffico illecito di rifiuti speciali e di discarica abusiva.

“Si tratta in particolare  – spiegano le Fiamme Gialle – dell’amministratore e il direttore commerciale della società Xpress, che gestisce l’aeroporto dei Parchi, un ingegnere dipendente del Comune dell’Aquila, referente per l’Ufficio Sviluppo della struttura aeroportuale e tre imprenditori, titolari delle ditte di autotrasporti della Delta Impianti s.a.s. dell’Aquila e della Lunari s.r.l. di Rieti”.

Il Corpo Forestale dello Stato, la Guardia di Finanza e la Polizia di Stato stanno eseguendo decreti di sequestro preventivo (art 321 c.p.p.), emessi dal gip dell’Aquila, Guendalina Buccella, nonchè un decreto di sequestro probatorio di una parte dell’area interna all’aeroporto del capoluogo, di proprietà del Comune dell’Aquila e gestita dalla società Xpress, 6 autocarri di proprietà delle due ditte coinvolte nell’inchiesta, beni nella disponibilitàdella Xpress s.r.l. confiscabili per equivalente fino alla concorrenza di 36.000 euro.

Secondo la ricostruzione degli inquirenti “Attraverso dei mezzi pesanti appartenenti alle due ditte, sono stati illecitamente trasportati, scaricati e smaltiti, senza le prescritte autorizzazioni, ingenti quantitativi di macerie (mattonelle – mattoni – marmi – plastiche – tubi – calcestruzzo – ferro – asfalto, etc…), poi uniti a della terra di risulta, all’interno di una zona interna divenuta una discarica abusiva. Il sequestro preventivo è inoltre finalizzato alla confisca per equivalente dei beni nella disponibilità’ della Xpress, che avrebbe ottenuto un ingiusto profitto corrispondente al risparmio delle spese da sostenere per lo smaltimento lecito, non effettuato, dei rifiuti, e calcolato in 73.000 euro. Il risparmio di spesa per la Xpress ammonta a circa 36.000 euro”.

L’attività d’indagine, coordinata dal procuratore della Repubblica Fausto Cardella e dal sostituto Fabio Picuti, è stata svolta, congiuntamente, dalla Squadra Mobile della Questura dell’Aquila, dal Corpo Forestale dell’Aquila, dal Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza dell’ Aquila.

Durante la fase investigativa si è accertato che “le ditte di trasporto prelevavano, tramite i loro autocarri, da 4 cantieri edili insistenti su edifici demoliti, terra e materiale di risulta, per poi trasportarlo e scaricarlo all’interno dell’area aeroportuale; il tutto in assenza di autorizzazioni al deposito e documenti di trasporto, senza che, peraltro, detto materiale venisse analizzato e trattato. Più di 300 gli scarichi effettuati, con diversi autocarri, provenienti da L’Aquila e Rieti, tra i mesi di marzo e di maggio del 2014, ripresi e documentati dalla Sezione Crimimalità organizzata della Squadra Mobile, che ha individuato anche il sito di scarico interno all’aeroporto, nel quale poi il Nucleo di Polizia Giudiziaria Ambientale del Corpo Forestale dello Stato, recentemente costituito presso la Dda dell’Aquila, con la collaborazione del Nipaf, Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale Forestale, del Comando provinciale dell’Aquila, ha accertato la presenza del rifiuto speciale. Il Nucleo di Polizia Tributaria della finanza, si è occupato degli accertamenti bancari, fiscali e tributari di specifica competenza”.

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