Ucraina, aperti i seggi ma non nelle zone ribelli | Si vota anche in Tunisia, Brasile e Uruguay

di Redazione

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Ucraina, aperti i seggi ma non nelle zone ribelli | Si vota anche in Tunisia, Brasile e Uruguay

| domenica 26 Ottobre 2014 - 08:17

Al voto l‘Ucraina dilaniata dai conflitti interni. I seggi si sono aperti alle 8 locali (le 7 in Italia) per le elezioni parlamentari anticipate che, a quasi un anno dall’Euro Maidan, dovranno rinnovare una Rada composta da 450 seggi, assegnati per metà con il proporzionale (in lizza 29 partiti) e metà con il maggioritario (3468 candidati).

Resteranno vuoti una trentina di scranni: non si vota infatti in Crimea, annessa da Mosca dopo un controverso referendum in marzo, e nelle zone controllate dai ribelli filorussi nelle regioni orientali di Donetsk e Lugansk, che hanno convocato autonome elezioni parlamentari e presidenziali per il 2 novembre, in violazione degli accordi di Minsk.

Gli aventi diritto sono circa 34 milioni e potranno votare in 34.000 seggi, di cui 112 in 72 Paesi (4 in Italia), sino alle 20 locali (le 19 in Italia). Subito dopo la chiusure delle urne sono previsti due exit poll. Secondo gli ultimi sondaggi, nella Rada entreranno 6-7 partiti, con una schiacciante maggioranza filo occidentale e un orientamento nazionalista. In testa il blocco del presidente Poroshenko, con il 30% delle intenzioni di voto (nel proporzionale).

Aperti dalle 7 alle 18 di oggi anche in Tunisia gli oltre 12.000 seggi elettorali per eleggere i 217 membri dell’Assemblea dei Rappresentanti del Popolo. La Tunisia si appresta al voto in un clima di tensione ed incertezza, dovuto anche ai timori per la minaccia terroristica che incombe sul paese, ma i partiti politici sono convinti che una grande affluenza alle urne oggi potrà essere la migliore risposta alle forze oscure del Paese.

Alle 12 italiane si sono aperti in Uruguay i seggi elettorali ai quali sono convocati circa 2,5 milioni di cittadini per partecipare nelle elezioni presidenziali e politiche. Il presidente uscente, Josè “Pepe” Mujica – che non può presentarsi per una rielezione, ma è candidato al Senato – è stato il primo dei leader politici a votare.

E la presidente uscente di sinistra Dilma Rousseff mantiene un vantaggio compreso tra i quattro e i sei punti percentuali sullo sfidante conservatore Aecio Neves. È quanto rivelano gli ultimi sondaggi Ibope e Datafolha alla vigilia del ballottaggio per le presidenziali brasiliane che si apre tra qualche ora.

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