Napolitano, le bombe e i sospetti di D’Ambrosio | “Non ho mai saputo di accordi con i clan”

di Redazione

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Napolitano, le bombe e i sospetti di D’Ambrosio | “Non ho mai saputo di accordi con i clan”

| mercoledì 29 Ottobre 2014 - 09:26

Alla fine erano 37 le domande preparate dagli otto giudici della Corte di Assise di Palermo per il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Tre ore e dieci in cui il capo dello Stato ha risposto alle domande dei giudici e degli avvocati sulle terribili vicende che scossero il Paese negli anni ’92-’93.  La parola “trattativa” non viene mai pronunciata, si saprà in seguito, ma è da lì che si parte ed è su questa ipotesi che si fonda il processo. La Procura alla fine si è detta soddisfatta.

Due i temi dell’audizione di Napolitano. Il primo riguarda il significato dell’espressione “indicibili accordi”, scritta in una lettera dal suo ex consigliere giuridico, Loris D’Ambrosio. Napolitano dice che D’Ambrosio non gli spiegò mai cosa intendesse, né quando scrisse la lettera né dopo. E comunque se D’Ambrosio “avesse saputo di vicende illecite, con elementi concreti, sarebbe andato dai magistrati”. L’altro tema riguarda gli allarmi per gli attentati realizzati da Cosa nostra o preannunciati da confidenti attendibili nel ’93. Questo il punto in cui – sostiene la Procura – il Capo dello Stato avrebbe confermato la natura del disegno mafioso del “ricatto”che sta alla base della tesi della trattativa.

Secondo La Stampa, “una cosa appare sufficientemente chiara, quale che sarà lo stenografico dell’udienza: che Napolitano non aveva nulla da nascondere, che ha dimostrato il massimo rispetto per la magistratura accettando domande che avrebbe pure potuto evitare. E soprattutto che, come è stato detto più volte, poco poteva aggiungere ai risultati delle indagini sulla trattativa tra Stato e mafia perché altri erano stati i protagonisti di quella vicenda”.

La trascrizione dell’audizione del presidente della Repubblica sarà disponibile fra qualche giorno, forse all’inizio della prossima settimana. La procedura viene curata dal presidente della Corte d’assise, Alfredo Montalto, a cui sono state consegnate ieri le registrazioni. I verbali saranno comunque resi disponibili alle parti prima della prossima udienza del processo che riprenderà il 6 novembre con la prosecuzione dell’interrogatorio del collaboratore Angelo Siino.

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