Bancarotta fraudolenta, arrestati 4 imprenditori | Stipulate finte polizze anche con ministeri /VD

di Redazione

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Bancarotta fraudolenta, arrestati 4 imprenditori | Stipulate finte polizze anche con ministeri /VD

| giovedì 06 Novembre 2014 - 09:41

Quattro imprenditori sono stati arrestati dalla Guardia di Finanza di Roma con l’accusa di bancarotta fraudolenta. Avrebbero emesso polizze fidejussorie anche a garanzia di ministeri, enti pubblici e presidenza del Consiglio, sottraendo oltre tre milioni di euro alle casse di un Confidi.

Le manette sono scattate per Mauro Nardelli, Maria Pina Sollazzo, Gregorio Melissi e Mauro Bertaggia. A eseguire le ordinanze, emesse dal Gip di Roma Stefano Aprile su richiesta del Sostituto Procuratore Paolo d’Ovidio che ha coordinato le indagini, i finanzieri del Nucleo Speciale di Polizia Valutaria.

Le Fiamme Gialle spiegano che “il rilascio delle polizze, senza la solidità patrimoniale e finanziaria necessaria, aveva in realtà l’unico scopo di consentire ai due coniugi Mauro Nardelli e Maria Pina Sollazzo, attraverso il Consorzio Confidimpresa S.c.p.a. di Roma e con la complicità di altri indagati, di appropriarsi per fini personali dei premi versati dai clienti”.

L’inchiesta era partita nel 2012, quando al termine di un’ispezione antiriciclaggio erano state sequestrate oltre 3800 polizze fideiussorie, per una raccolta di premi superiore a 13 milioni di euro, a fronte di un capitale garantito di circa 500 milioni. Alcune polizze erano state emesse addirittura a garanzia di vari enti pubblici, tra cui la presidenza del Consiglio dei ministri, alcuni ministeri (Interno, Ambiente, Sviluppo Economico), diverse Amministrazioni regionali, provinciali e comunali, l’Agenzia delle Entrate, l’Agenzia del Demanio, Tribunali, Prefetture, Questure, Università, Aziende Ospedaliere, vari Enti previdenziali e assistenziali (Inps, Enasarco, Inail, Cassa Nazionale Ragionieri e Periti), alcune Federazioni sportive (quella di pallamano e di pallavolo).

Ulteriori indagini hanno portato alla luce i oltre 3 milioni di euro sottratti dalle casse del Confidi verso i conti correnti degli indagati, mediante il ricorso a sistematici bonifici e prelevamenti di contante. Altri fondi sono stati drenati attraverso società fittiziamente intestate a prestanome. Nel 2013 poi, è arrivato il fallimento del Consorzio, che ha portato alla chiusura delle indagini e all’accusa di bancarotta fraudolenta.

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