Loris, i 4 punti dell’accusa contro la madre | Veronica: “Voglio andare ai funerali”

di Redazione

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Loris, i 4 punti dell’accusa contro la madre | Veronica: “Voglio andare ai funerali”

| sabato 13 Dicembre 2014 - 08:39

“Dalla ricostruzione dei fatti” nei confronti di Veronica Panarello emerge un “quadro indiziario di rilevante gravità” per “l’omicidio del figlio Loris”. Lo scrive il gip di Ragusa nell’ordinanza di convalida del fermo della donna. Secondo il giudice, “la mancanza di elementi per comprendere il movente del gravissimo gesto non assume rilevanza”.

“Sono innocente. Sono sotto attacco mediatico e anche la famiglia non mi crede. Ai miei cari dico: non mi abbandonate”. Così Veronica Panarello dopo avere appreso che rimarrà in carcere per l’omicidio del figlio di 8 anni. “Voglio andare al funerale di Loris”, ha affermato. La donna ha poi sostenuto di essere “stata aiutata dalla solidarietà delle altre detenute”.

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Il gip di Ragusa sottolinea la “cinica condotta tenuta” da Veronica Panarello e la “evidente volontà di volere infliggere alla vittima sofferenze”, con “un’azione efferata, rivelatrice di un’indole malvagia e prima del più elementare senso d’umana pietà”. Dai comportamenti di Veronica Panarello si desume che ha “un’indole violenta” ed è “incapace di controllare gli impulsi omicidi”.

Veronica Panarello ha “avuto il tempo e l’occasione per uccidere il figlio strangolandolo”, presumibilmente, con una fascetta stringicavo in plastica della “quale aveva disponibilità”. Poi, aggiunge il giudice per le indagini preliminari, ha “avuto tempo e occasione per gettare il corpo esamine del piccolo Loris nel canale di scolo dove è stato trovato” nel pomeriggio del 29 novembre scorso.

L’emissione dell’ordinanza di custodia cautelare per Veronica Panarello è giustificata con un “fondato pericolo di fuga” della donna. Lo scrive il gip di Ragusa, sottolineando “l’estrema gravità del reato”. Secondo il giudice, oltre al pericolo di fuga c’è anche quello che possa “commettere gravi delitti della stessa specie per cui si procede”. Tra l’altro, annota il gip, la donna ha “senz’altro mentito sulle fondamentali circostanze di avere accompagnato il figlio Loris a scuola”.

“Se ci saranno le prove non le starò accanto”. Davide Stival, padre del piccolo Loris, risponde per la prima volta all’appello della moglie, Veronica Panarello, che dal carcere gli ha chiesto di non abbandonarla. L’uomo però poi aggiunge: “Ho visto tre sagome che escono da casa e le ho riconosciute, ma al ritorno non saprei. Si riconosce una persona che torna dopo poco, ma non si capisce neanche se ha lo zaino”.

Intanto, la Procura di Ragusa, attraverso il Procuratore Carmelo Petralia e il sostituto Marco Rota, precisa che l’esito degli esami istologici effettuati sul corpo del piccolo Loris Stival “escludono qualsivoglia traccia anche labile, recente o risalente, di abuso sessuale”.

Poi la stessa Procura entra nel dettaglio, con una nota, mettendo nero su bianco le ragioni per le quali,con ordinanza pronunciata ieri 12 dicembre, il Giudice per le Indagini Preliminari di Ragusa, accogliendo la richiesta del Pubblico Ministero, ha convalidato il fermo di Veronica Panarello e applicato alla stessa la misura cautelare della custodia in carcere.

Gli elementi principali – precisa la Procura –  posti dall’accusa a sostegno della sussistenza di gravi indizi di colpevolezza e largamente condivisi e valorizzati dal giudice possono riassumersi in ciò che segue:

  Il “pedinamento elettronico” effettuato dalle telecamere di videosorveglianza pubbliche e private presenti sul territorio comunale di Santa Croce Camerina che “ha attestato in modo obiettivo – afferma la Procura –  gli spostamenti di Veronica Panarello la tragica mattina del 29 novembre, con particolare riferimento al passaggio dell’autovettura a lei in uso in quel frangente, per ben due volte, in estrema prossimità al luogo di successivo rinvenimento del piccolo Loris, in un arco temporale compatibile sia con l’ora del decesso, come determinato in sede di consulenza medico legale, sia con l’azione di occultamento del corpo esanime”.

 L’assoluta “inconciliabilità di tali obiettive risultanze con le dichiarazioni rese più volte dalla stessa innanzi alla Polizia Giudiziaria e ribadite anche in sede di interrogatorio da parte del Pubblico Ministero e del Giudice per le Indagini Preliminari”, sottolinea ancora la Pricura di Ragusa.

“La compatibilità del mezzo di produzione della morte, per dimensione e forma, con le fascette stringicavo presenti nell’abitazione della Panarello e dalla stessa consegnate, con implausibile giustificazione ed anomala tempistica, alle maestre di Loris.

  – Infine “il fragile quadro psicologico della donna non disgiunto da un vissuto personale di profondo disagio nei rapporti con la famiglia d’origine quale possibile concausa della determinazione omicida”, conclude la nota .

 

 

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