Papa Francesco al Corpo diplomatico: | “Il Popolo non ceda alla tentazione dello scontro”

di Redazione

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Papa Francesco al Corpo diplomatico: | “Il Popolo non ceda alla tentazione dello scontro”

| lunedì 12 Gennaio 2015 - 12:47

Durante il tradizionale incontro di inizio anno con il corpo diplomatico, Papa Francesco ha detto: “Proprio alla cara Nazione Italiana desidero rivolgere un pensiero carico di speranza perché nel perdurante clima di incertezza sociale, politica ed economica il popolo italiano non ceda al disimpegno e alla tentazione dello scontro”. Il Santo Padre ha poi aggiunto: “L’Italia riscopra quei valori di attenzione reciproca e solidarietà alla base della sua cultura e della convivenza civile, sorgenti di fiducia nel prossimo e nel futuro specie per giovani”.

Papa Francesco ha citato gli attentati di Parigi, ha parlato dei risvolti “agghiaccianti” nei conflitti in Siria e Iraq, chiedendo ai leader religiosi, politici e intellettuali specialmente musulmani di condannare “qualsiasi interpretazione fondamentalista e estremista della religione”. Il Santo Padre ha parlato del Medio Oriente, citando l’intensità dell’incontro in Vaticano con Peres e Abu Mazen, auspicando che cessino le violenze e si arrivi a «una soluzione che permetta tanto al popolo palestinese che a quello israeliano di vivere finalmente in pace, entro confini chiaramente stabiliti e riconosciuti internazionalmente, così che “la soluzione di due Stati” diventi effettiva”. Tale fenomeno è conseguenza della cultura dello scarto applicata a Dio. Il fondamentalismo religioso, infatti, prima ancora di scartare gli esseri umperpetrando orrendi massacri, rifiuta Dio stesso, relegandolo a un mero pretesto ideologico”.

Il Papa ha ricordato le vittime tra i bambini, citando la Nigeria, “dove non cessano le violenze che colpiscono indiscriminatamente la popolazione, ed è in continua crescita il tragico fenomeno dei sequestri di persone, spesso di giovani ragazze rapite per essere fatte oggetto di mercimonio, un esecrabile commercio che non può continuare!”.

Un paragrafo importante lo ha dedicato ai profughi e rifugiati. “Quante persone perdono la vita in viaggi disumani, sottoposte alle angherie di veri e propri aguzzini avidi di denaro”. Inoltre «molti migranti, soprattutto nelle Americhe, sono bambini soli, più facile preda dei pericoli, necessitando di maggiore cura, attenzione e protezione». È dunque necessario, spiega il Pontefice, “un cambio di atteggiamento nei loro confronti», con leggi che tutelino i diritti dei cittadini e l’accoglienza dei migranti. Ma, spiega ancora il Papa, oltre ai migranti, ci sono “tanti altri esiliati nascosti, che vivono all’interno delle nostre case e delle nostre famiglie. Penso soprattutto agli anziani e ai diversamente abili, come pure ai giovani, ricordando che “non esiste peggiore povertà di quella che priva del lavoro e della dignità del lavoro e che rende il lavoro una forma di schiavitù”.

Ha poi criticato la cultura individualista che scarta la famiglia. Anche “la famiglia stessa è poi non di rado fatta oggetto di scarto, a causa di una sempre più diffusa cultura individualista ed egoista che rescinde i legami e tende a favorire il drammatico fenomeno della denatalità, nonché di legislazioni che privilegiano diverse forme di convivenza piuttosto che sostenere adeguatamente la famiglia per il bene di tutta la società. Tra le cause di tali fenomeni vi è una globalizzazione uniformante che scarta le culture stesse, recidendo così i fattori propri dell’identità di ciascun popolo che costituiscono l’imprescindibile eredità alla base di un sano sviluppo sociale”.

Il discorso si è concluso con una citazione del discorso di Paolo VI all’Onu nel 1965: “Non più la guerra, non più la guerra! La pace, la pace deve guidare le sorti dei Popoli e dell’intera umanità”.

 

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