Papa Francesco, viaggio di pace in Sri Lanka | “Non usare la religione per fare violenza “

di Redazione

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Papa Francesco, viaggio di pace in Sri Lanka | “Non usare la religione per fare violenza “

| martedì 13 Gennaio 2015 - 16:02

Papa Francesco in Sri Lanka per un viaggio nel segno della pace. Ad accoglierlo sulla pista dell’aeroporto, insieme alle massime autorità politiche e religiose cingalesi, il nuovo presidente Maithripala Sirisena e il primo ministro Ranil Wickremesinghe, anche un corpo d’onore delle forze armate dello Sri Lanka. Il corteo papale, preceduto da motociclisti, si è diretto verso il centro di Colombo dove migliaia di persone lo hanno salutato con bandiere e grida di gioia. A salutare il Papa c’erano non solo migliaia di credenti ma anche tanti curiosi, considerando che  i cattolici costituiscono una minoranza, appena il 6,2 per cento della popolazione.

Francesco ha incontrato rappresentanti delle tradizioni maggiormente presenti nel paese asiatico. “Per il bene della pace, non si deve permettere che le credenze religiose vengano abusate per la causa della violenza o della guerra. Dobbiamo essere chiari e non equivoci – ha raccomandato loro – nell’invitare le nostre comunità a vivere pienamente i precetti di pace e convivenza presenti in ciascuna religione e denunciare gli atti di violenza quando vengono commessi. Violenza nasce dall’incapacità di rinconciliarsi”.

Il Pontefice ha voluto spiegare il senso del suo viaggio in Sri Lanka. “La mia visita nello Sri Lanka è anzitutto pastorale. Quale pastore universale della Chiesa cattolica, sono giunto per incontrare e incoraggiare i cattolici di quest’isola, come pure per pregare con loro. Un punto centrale di tale visita sarà la canonizzazione del beato Joseph Vaz che sarà il primo santo di questa nazione”.

Papa Francesco ha voluto poi incoraggiare gli srilankesi a proseguire sulla strada della riconciliazione dopo anni di guerra civile: “Per molti anni lo Sri Lanka ha conosciuto gli orrori dello scontro civile, e ora sta cercando di consolidare la pace e di curare le ferite di quegli anni. Non è un compito facile quello di superare l’amara eredità di ingiustizie, ostilità e diffidenze lasciata dal conflitto”. Poi un nuovo richiamo al tema del terrorismo e della violenza, dopo la dura condanna del fondamentalismo religioso pronunciata ieri davanti al corpo diplomatico.

“È una costante tragedia del nostro mondo che molte comunità siano in guerra tra di loro”, ha detto Papa Francesco.  “L’incapacità di riconciliare le diversità e le discordie, antiche o nuove che siano, ha fatto sorgere tensioni etniche e religiose, accompagnate frequentemente da esplosioni di violenza”.

Il Santo Padre ha voluto ribadire il ruolo importante delle religioni per superare le contrapposizioni: “Sono convinto – ha proseguito – che i seguaci della varie tradizioni religiose hanno un ruolo essenziale da giocare nel delicato processo di riconciliazione e di ricostruzione che è in corso in questo Paese. Perché tale processo avvenga bisogna che tutti i membri della società lavorino assieme, che tutti abbiano voce. Tutti devono essere liberi di esprimere le proprie preoccupazioni, i propri bisogni, le proprie aspirazioni e le proprie paure. Ma soprattutto devono essere pronti ad accettarsi l’un l’altro, a rispettare le legittime diversità e a imparare a vivere come un’unica famiglia”.

 

 

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