Mattarella in treno alla scuola della Magistratura | “No al protagonismo e agli eccessi di burocrazia”

di Redazione

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Mattarella in treno alla scuola della Magistratura | “No al protagonismo e agli eccessi di burocrazia”

| martedì 24 Febbraio 2015 - 12:05

In treno da Roma a Firenze e poi in tram verso la Scuola Superiore della Magistratura a Castelpulci, nei pressi di Scandicci, per la cerimonia di apertura dell’anno accademico. Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, è arrivato alla stazione ferroviaria fiorentina di Santa Maria Novella, con un treno ad alta velocità di Trenitalia.

Il Capo dello Stato ha viaggiato in compagnia del suo staff e del ministro della Giustizia Andrea Orlando. Arrivato in stazione, Mattarella è salito sulla tranvia, assieme al sindaco di Firenze, Dario Nardella, e al prefetto Luigi Varratta, per raggiungere Scandicci. Da qui, il Presidente ha preso un’auto fino a Castelpulci, dove ad attenderlo c’erano il presidente della Scuola, il giurista Valerio Onida, il vicepresidente del Csm Giovanni Legnini e il presidente del Senato Piero Grasso.

Il vagone con a bordo Mattarella era però interdetto ai viaggiatori ai quali è stato spiegato che, per motivi di sicurezza, era impossibile salire. Il Capo dello Stato, alla sua prima uscita ufficiale fuori da Roma e dopo la visita privata a Palermo, è stato salutato con applausi dai passeggeri che lo hanno riconosciuto.

Nel corso del suo intervento, Mattarella si è rivolto ai giudici sottolineando che “al magistrato si richiede una costante tensione culturale che trova sì fondamento in studi e aggiornamenti continui, sempre più necessari nel contesto normativo in rapido movimento, ma si nutre anche di una profonda consapevolezza morale della terzietà della funzione giurisdizionale, basata sui principi dell’autonomia e dell’imparzialità”. Per il Capo dello Stato gli atteggiamenti di “protagonista assoluto nel processo” o “di burocratico amministratore di giustizia” sono “due atteggiamenti che snaturano la fisionomia della funzione esercitata”. Vale quindi sempre, ha spiegato il monito di Piero Calamandrei: ‘Il pericolo maggiore che in una democrazia minaccia i giudici è quello dell’assuefazione, dell’indifferenza burocratica, dell’irresponsabilità anonima”.

Alla fine della cerimonia, Mattarella è salito sugli stessi mezzi ed è ritornato a Roma con il treno.

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