Messina, muore un neonato di 38 giorni | Presentato un esposto in Procura

di Redazione

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Messina, muore un neonato di 38 giorni | Presentato un esposto in Procura

| sabato 28 Febbraio 2015 - 18:16

È morto dopo 38 giorni di vita, Mattia, un bimbo nato prematuro e morto ieri nel Policlinico di Messina dove era stato trasferito d’urgenza dall’Utin dell’Umberto I di Siracusa per presunti problemi respiratori.

Sul decesso il legale dei genitori, l’avvocato Dario Pastore, ha presentato un esposto alla Procura di Catania. La madre ha avuto la rottura delle acque il 19 gennaio scorso a Bronte, alla 24esima settimana di gestazione, ma è stata trasferita a Siracusa perché nelle Utin di Catania non c’era posto.

Il bambino  era il secondo figlio di una coppia che vive nel Catanese. “Potrebbe essere un caso di malasanità – afferma l’avvocato Pastore – noi vogliamo sia fatta chiarezza, a tutti i livelli. Abbiamo chiesto il sequestro della salma, che è all’obitorio del Policlinico di Messina, e che sia disposta l’autopsia”.

Il legale ricostruisce la vicenda sin dal 19 gennaio scorso, quando alla mamma di Mattia si rompono le acque, nonostante sia ancora alla 24esima settimana di gravidanza. La donna è condotta nell’ospedale di Bronte, nel Catanese. Attraverso il 118 si cerca un posto in un’Unità di terapia neonatale intensiva (Utin) di un ospedale di Catania per ricoverare il prematuro dopo il parto. Ma non c’è la disponibilità e la gestante è condotta in ambulanza all’Umberto I di Siracusa.

Il parto avviene l’indomani, il 20 gennaio. Nasce Mattia, che pesa 870 grammi ed è ricoverato nell’Utin dello stesso nosocomio. “I medici a Siracusa – ricostruisce ancora l’avvocato Pastore – alla mia assistita dicono che la rottura delle acque è dovuta a un’infezione, ma che per il neonato non ci sono problemi. Il 18 febbraio gli cambiano l’incubatrice, e due giorni dopo ci sono i primi segnali di un’aggravamento”. Il 25 febbraio il piccolo è trasferito nell’Utin del Policlinico di Messina, dove, spiega il penalista, “è possibile sottoporlo a una terapia ossidonitrica che a Siracusa non poteva essere fatta. Ma appena arrivato – osserva il legale – ai miei assistiti è stato detto che la situazione era compromessa e che il piccolo stava per morire per un’acidosi metabolica. Cosa che è avvenuta due giorni dopo. Adesso noi vogliamo sapere dalla magistratura se ci sono state responsabilità o meno”.

Un altro caso destinato con tutta probabilità a riaccendere le polemiche a pochi giorni dal caso della piccola Nicole, la neonata morta durante il trasferimento da Catania a Siracusa, che ha scosso la sanità siciliana. Oggi sul caso della neonata è intervenuta nuovamente Lucia Borsellino, assessore regionale alla Salute, che ha affermato di non avere presentato le proprie dimissioni.

> CASO NICOLE, BORSELLINO: “NON HO PRESENTATO LE MIE DIMISSIONI”

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