Crimini nazisti in Grecia nella II Guerra mondiale | Atene pronta a confiscare i beni tedeschi

di Redazione

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Crimini nazisti in Grecia nella II Guerra mondiale | Atene pronta a confiscare i beni tedeschi

| mercoledì 11 Marzo 2015 - 15:44

La decisione della Corte Suprema greca per risarcire le famiglie delle vittime delle atrocità naziste a Distomo rimane esecutiva. Atene si dice pronta a confiscare di vari beni di proprietà della Germania, se Berlino non verserà gli indennizzi stabiliti dalla giustizia greca a favore dei parenti delle 218 vittime di atrocità di guerra commesse dai nazisti nel paese di Distomo, nel giugno del 1944.

“La legge stabilisce che spetta al ministro della Giustizia ordinare l’attuazione delle disposizioni della Corte suprema. Sono pronto a procedere”, ha avvertito il ministro della giustizia Nikos Paraskevopoulos all’emittente greca Antenna Tv.

L’alta Corte ellenica ha stabilito che a titolo di compensazione per i parenti delle vittime, si può procedere al sequestro di immobili e beni appartenenti alla scuola di archeologia della Germania e al Goethe Institute. Precedentemente il ministro greco aveva aggiunto che la sua decisione sarebbe dipesa anche dall’evolversi delle trattative tra Grecia e Germania sulle compensazione per i danni di guerra.

È un nuovo motivo di frizione nelle relazioni tra i due Paesi, nei giorni in cui Grecia  e Germania sono più distanti che mai, sul tema degli aiuti che Atene chiede all’Unione europea e che Berlino condiziona all’attuazione di severe misure di austerità da parte del governo greco. Nei giorni scorsi, il ministro della Difesa greco si era detto pronto a dare agli extracomunitari i documenti necessari per andare in Germania. Oggi, questa nuova presa di posizione. In realtà, quello dei risarcimenti per i crimini dei nazisti in Germania è un argomento non recente: un gruppo di lavoro creato dalla Grecia nel 2013 aveva stimato il totale dei danni da risarcire in ben 162 miliardi di euro, tenendo conto delle rivalutazioni rispetto all’epoca dei fatti. Berlino per parte sua ha replicato che la questione era stata regolata e chiusa con il pagamento di 115 milioni di marchi nel 1960, nell’ambito di un accordo con diversi Paesi Ue.

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