“Chiara uccisa da Alberto perché pericolosa” | Le motivazioni della condanna di Stasi

di Redazione

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“Chiara uccisa da Alberto perché pericolosa” | Le motivazioni della condanna di Stasi

| lunedì 16 Marzo 2015 - 12:34

Depositate stamattina le motivazioni della sentenza con cui lo scorso dicembre la prima corte d’assise d’appello di Milano ha condannato Alberto Stasi a 16 anni di carcere nel nuovo processo di secondo grado per l’omicidio di Chiara Poggi a Garlasco. Le motivazioni sarebbero contenute in 140 pagine.

“Alberto Stasi – sostengono si legge nelle motivazioni della Corte di assise d’appello di Milano – ha brutalmente ucciso la fidanzata che evidentemente era diventata una presenza pericolosa e scomoda, come tale da eliminare per sempre dalla sua vita di ragazzo ‘perbene'”.

Secondo i giudici della Corte d’appello ci sarebbero stati molti errori nelle indagini sul delitto di Garlasco, avvenuto il 13 agosto 2007 quando Chiara Poggi venne uccisa nella sua abitazione di via Pascoli. “La Corte ha preso atto delle molte criticità di alcuni degli accertamenti svolti, riconducibili a errori e negligenze anche gravi, – si legge nelle motivazioni alla sentenza – e non solo all’inesperienza degli inquirenti: (…) ma non si può negare che molte occasioni sia stato proprio l’imputato (personalmente e non solo) ad indirizzare e a ritardare le indagini in modo determinante e a sé favorevole (quindi sostanzialmente fuorviante)”. “Quella che la difesa – proseguono i giudici – ha descritto come una condotta di ‘massima disponibilità” da sempre mostrata da Stasi in questo processo, è infatti suscettibile di una diversa lettura (…) tale atteggiamento, insieme al tempo trascorso dai fatti che ha poi irrimediabilmente compromesso o reso impossibili alcuni accertamenti, ha avuto effetti positivi soltanto per l’imputato, assolto sia in primo che in secondo grado”.

La difesa di Alberto Stasi invece lo ha descritto come “la vittima di un caso giudiziario che lo ha costretto per oltre 7 anni a doversi difendere”. Nelle dichiarazioni spontanee rese in aula lo scorso 17 dicembre, poche ore prima della sentenza di condanna, lo stesso Stasi “ha parlato di sé in tali termini, sostenendo un vero e proprio accanimento nei suoi confronti”, ma per i giudici d’appello di Milano “in realtà la sola vittima di questo processo è Chiara Poggi, uccisa a 25 anni dall’uomo di cui si fidava e a cui voleva bene, che l’ha fatta definitivamente ‘scomparire’ in fondo alle scale”.

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