Pippo Civati, addio al Partito democratico | Guerini: “Dispiace, ma non lo seguirà nessuno”

di Redazione

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Pippo Civati, addio al Partito democratico | Guerini: “Dispiace, ma non lo seguirà nessuno”

| mercoledì 06 Maggio 2015 - 14:57

Lo aveva detto e lo ha fatto. Pippo Civati ha deciso di lasciare il gruppo del Pd. Il dissidente del Partito democratico aveva manifestato subito dopo l’ok all’Italicum la sua volontà di non sostenere più il governo. Era stanco di ingoiare rospi per mantenere l’unità del partito, di limitarsi a protestare. Ora ha fatto il passo, probabilmente, definitivo. Il parlamentare della minoranza interna del Pd sconfitto alle primarie da Matteo Renzi ha confermato: “Non ho più fiducia, non sosterrò il governo e per questo lascio il gruppo del Pd”. Sfogo poi confermato all’Ansa: “Esco dal gruppo del Pd. Per coerenza con quello in cui credo e con il mandato che mi hanno dato gli elettori, non mi sento più di votare la fiducia al governo Renzi. La conseguenza è uscire dal gruppo”.

Non è solo addio al gruppo del Pd, ma un addio al partito, puntualizza Pippo Civati sul suo blog, spiegando le ragioni della sua “sfiducia” in Renzi che lo hanno portato a lasciare i Dem, un “partito nuovo e diverso, fondato sull’Italicum e sulla figura del suo segretario”, nel quale “chi non è d’accordo, viene solo vissuto con fastidio”.

Sul suo blog, partendo da una metafora su innovazione e tradizione ha scritto: “Credo sia una buona metafora, una metafora eccellente dei motivi per cui tanti di noi amano far politica e ci hanno dedicato così tanto tempo, in questi anni. A un certo punto, senza preavviso, è semplicemente capitato che un giorno alcune persone con cui pensavamo di aver condiviso questa visione hanno cambiato idea. Hanno promosso e approvato – senza voler parlare di leggi elettorali, riforme del lavoro e della costituzione – cementificazioni e trivellazioni, e ce li siamo trovati in tivù a deridere le ragioni di chi difende l’ambiente o crede che il futuro passi attraverso soluzioni differenti. Peccato (soprattutto per loro): perché invece il futuro sarebbe a portata di mano, basterebbe imparare a sposare tradizione e cambiamento, coniugando cose antiche come i diritti e nuovissime come l’innovazione.

Questa è la storia che mi interessa raccontare, sin dall’inizio, mi spiace per chi ha cambiato idea ma per quel che mi riguarda continuerò a farlo con tutti quelli che lo vorranno. Secondo me sono tantissimi”.

Per il segretario del Pd, Lorenzo Guerini, è una scelta annunciata: “Sono dispiaciuto ma era una decisione preannunciata da tempo, non credo che la minoranza Pd lo seguirà anche se dovete chiedere a loro”. Tace Fassina, mentre Cuperlo, altro esponente della minoranza dem, aveva affermato che “se Civati o Cofferati se ne vanno, se su alcune alleanze locali ti vengono i brividi, io mi preoccupo. Il punto per me è quanta sinistra vive dentro il Pd”.

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