Il quotidiano spagnolo El Pais scrive di “Cambiamento storico alle elezioni comunali e regionali, che anticipa un nuovo scenario politico in Spagna”. Le elezioni hanno decretato che il PPE rimane il più grande partito, ma solo con il 26,7% ma la sinistra è in grado di conquistare la maggior parte dei capoluoghi di provincia e le regioni, se troverà un’intesa per un’alleanza.
Il vincitore delle elezioni amministrative in Spagna è Podemos, lista nata dal movimento degli Indignados che si pone come “terzo” incomodo, pronto a scalzare il PSOE ma disposto ad alleanze a sinistra per scalzare il PPE.
Il simbolo di questo cambiamento è il candidato popolare Ada Colau che ha guadagnato voti a Barcellona.
“Ha vinto il più cambiamento”, ha proclamato Manuela Carmena, ora a capo della lista di Madrid, anticipando l’accordo. “Con gli accordi a sinistra il PP potrebbe perdere i comuni capoluoghi di provincia, tra cui Madrid”.
Nella capitale il PPE vince, ma un accordo tra Podemos e il PSOE può strappare il sindaco ai popolari.
Il PPE con il 27% dei voti si conferma il primo partito di Spagna ma subisce un calo significativo in voti. Il partito del premier Mariano Rajoy scende di 11 punti rispetto alle comunali del 2011, e anche rispetto alle europee del 2014. Il PSOE perde due punti rispetto alle comunale nelle prime elezioni con Pedro Sanchez come leader, sempre secondo i dati provvisori.
Il movimento sociale che ha avuto inizio con il 15-M, che ha unito i gruppi politici della sinistra, Podemos e gruppi di cittadini, ha guadagnato voti a Barcellona con Colau e a Madrid con Manuela Carmena. Le due principali città in Spagna potrebbero anticipare un terremoto politico alle elezioni politiche previste per novembre.
