Ospedale di Caserta, sequestro da 10 milioni | I beni riconducibili alla famiglia dei “Casalesi”

di Redazione

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Ospedale di Caserta, sequestro da 10 milioni | I beni riconducibili alla famiglia dei “Casalesi”

| martedì 26 Maggio 2015 - 08:00

Maxi sequestro di beni per circa 10 milioni di euro da parte della Dia di Napoli. Il provvedimento è stato emesso contro tre persone ritenute vicine al clan dei Casalesi, coinvolte nelle indagini sulla gestione degli appalti nella azienda ospedaliera “S. Anna e S. Sebastiano” di Caserta la cui direzione generale è stata sciolta, lo scorso aprile, per infiltrazioni mafiose. Sono l’imprenditore Raffaele Donciglio; l’ex consigliere provinciale Pdl-FI a Caserta, Antonio Magliulo,Elvira Zagaria, sorella dell’ex boss Michele Zagaria.

I tre provvedimenti di sequestro emessi dal Tribunale di Santa Maria Capua Vetere su richiesta della Procura Antimafia di Napoli, riguardano quote societarie, fabbricati e terreni nella province di Caserta e Napoli, e diversi beni mobili e rapporti finanziari, riconducibili ai tre indagati, ritenuti prestanome del clan. Lo scorso 21 gennaio, nell’ambito della stessa inchiesta, 10 indagati finirono in carcere e altri 14 agli arresti domiciliari con l’accusa, a vario titolo, di associazione per delinquere di tipo mafioso, corruzione, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente e abuso d’ufficio. A tutti viene contestata anche l’aggravante del metodo mafioso. Gli inquirenti ritengono di aver fatto luce sulle infiltrazioni del clan Zagaria nell’azienda ospedaliera e sulla rete di collusioni tra imprenditoria, pubblica amministrazione e politica. Grazie a questa rete la famiglia camorristica controllava in regime di monopolio appalti e affidamenti diretti dei lavori nell’ospedale. A ricoprire il ruolo centrale, sempre secondo gli inquirenti, sarebbe stata Elvira Zagaria che, dopo l’arresto del fratello e la morte del marito, gestiva i capitali e gli affari del clan.

Il Sant’Anna e San Sebastiano è stata la prima azienda ospedaliera in Italia ad essere sciolta per infiltrazioni camorristiche. La decisione del Governo è arrivata il 21 aprile scorso, poco più di due mesi dopo i 24 arresti tra funzionari e politici in cui emersa con evidenza la prova dei condizionamenti dei clan Zagaria e Iovine nella gestione degli Appalti dell’ospedale casertano.

La fazione Zagaria del clan dei casalesi prese il controllo degli appalti nell’azienda ospedaliera grazie alla nomina a direttore generale, nel 2006, di Luigi Annunziata, recentemente scomparso. La circostanza emerge nell’ambito delle indagini: sarebbe stato lo scomparso Francesco Zagaria con il supporto politico di Antonio Fantini (anch’egli scomparso), in quel periodo segretario politico regionale dell’Udeur, a mettere Annunziata a capo dell’ospedale. Fantini prese il posto di Nicola Ferraro alla guida del partito, dopo che questi venne arrestato, nel 2008, per aver supportato “politicamente” la fazione Schiavone di Casal di Principe.

Secondo gli inquirenti, la scomparsa dell’Udeur costrinse la fazione Zagaria a cercare e trovare una nuova “copertura politica” nel Pdl campano, in Nicola Cosentino che, sostiene la Dda, “è rimasto referente politico del sistema criminale operante nel nosocomio casertano fino al momento del suo arresto, avvenuto nel marzo 2013”. Il complesso sistema politico-mafioso-imprenditoriale in azione nell’ospedale di Caserta è stato descritto ai magistrati antimafia anche da numerosi collaboratori di giustizia.

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