Catania, 20enne uccisa a coltellate in auto | L’ex compagno confessa l’omicidio

di Redazione

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Catania, 20enne uccisa a coltellate in auto | L’ex compagno confessa l’omicidio

| mercoledì 07 Ottobre 2015 - 12:18

Ha confessato l’omicidio di Giordana Di Stefano l’ex compagno Luca Priolo, con diversi colpi di arma da taglio nella sua auto, una Audi A2, in via Monlupo, una strada di campagna alla periferia di Nicolosi, nel Catanese.

“Io l’amavo ma lei non mi voleva più. Temevo che non mi facesse più vedere la bambina“. Queste le parole che avrebbe pronunciato Priolo tra le lacrime, confessando il delitto.

Negli anni scorsi la giovane aveva denunciato diversi episodi di stalking per mano dell’ex convivente, fermato attorno alle 16,30 a Milano dai carabinieri nella stazione ferroviaria dove aveva intenzione di prendere un treno internazionale per Lugano. In serata è arrivata anche la confessione: “Sì, sono stato io”.

I carabinieri di Catania avevano comunicato ai colleghi lombardi che il ricercato era in viaggio verso il nord e avrebbe potuto arrivare a Milano. Hanno inviato una foto e la sua descrizione. I militari hanno quindi atteso in stazione il primo treno utile e hanno individuato Priolo. Quando lo hanno visto, hanno pronunciato il suo nome e lui si è girato dicendo: “Sì, sono io”.

Secondo la ricostruzione dei carabinieri Priolo voleva andare a Lugano, in Svizzera. Appena ha capito di essere stato scoperto è scoppiato in lacrime davanti ai militari in borghese. Indossava jeans e una maglia, addosso non aveva alcuna arma. Al momento si trova al comando provinciale dei carabinieri di via della Moscova.

Non è ancora chiaro se volesse andare in Svizzera perché aveva contatti o semplicemente perché è il Paese straniero più vicino. Di certo però, il ragazzo era partito senza telefonino. Nei suoi confronti il procuratore di Catania Michelangelo Patanè e il sostituto Alessandro Sorrentino hanno emesso un fermo per omicidio volontario aggravato.

Sul posto della tragedia i carabinieri della compagnia di Paternò e del comando provinciale di Catania. Priolo era il padre della figlia avuta quattro anni fa. La ragazza era parte lesa nella prima udienza preliminare per stalking, che si sarebbe dovuta tenere oggi, scaturita da una sua denuncia avvenuta il 3 ottobre del 2013.

Da quella data non aveva più segnalato minacce e non aveva nominato un proprio avvocato. L’udienza, però, era stata rinviata perché il legale dell’imputato aveva chiesto il ricorso a riti alternativi, ipotizzando anche una risoluzione bonaria. Giordana Di Stefano e Luca Priolo, però, avevano un altro contenzioso aperto in sede civile per l’affido esclusivo della loro figlia.

La giovane aveva presentato la richiesta e il ventiquattrenne si era detto pronto ad accettare l’accordo se lei avesse ritirato la denuncia per stalking presentata nel 2013. Secondo fonti legali, lui avrebbe voluto lavorare come guardia giurata e aveva bisogno di chiudere il fascicolo penale per potere ottenere il porto d’armi.

Il procedimento per stalking era stato avviato dopo che il giovane era entrato da una finestra a casa di Giordana, nel 2013. Lui si era difeso sostenendo di essere entrato perché aveva visto un auto sospetta fuori e voleva garantire la loro sicurezza

Il procedimento è stato incardinato ugualmente dalla Procura di Catania che ha chiesto il rinvio a giudizio dell’imputato 24enne. La giovane lascia una figlia di quattro anni. Sul suo profilo Facebook c’è una foto con la figlia e un giovane davanti la torta di compleanno il 27 agosto scorso.

La vittima era una ballerina e partecipava a eventi e spettacoli nella Sicilia orientale. Su Fb ha 691 amici, tante foto con la figlioletta, molti selfie con amiche.

Quest’estate sembra che qualcosa non andasse nel rapporto che Di Stefano aveva con qualcuno. Il 4 settembre posta: ”Ballavo per un disperato bisogno fisico di muovermi,voltarmi, correre… Ballavo perché il mio corpo doveva scaricare nell’aria circostante violente energie compresse che non sapevo dove mettere, come trattare. Era una forza misteriosa,silenziosa, completamente padrona di me, della quale non sapevo cosa fare…”.

Il 4 agosto sotto la scritta ”ho smesso” ha pubblicato questo post: ”Uno degli errori più grandi che si possano fare è tenere vicino chi sgretola la tua autostima, piano, con gesti apparentemente inconsapevoli”. E ancora: ”Bisogna fare attenzione alle parole che si dicono… Le parole sono armi senza scampo, affilate e pericolose… Ti si appigliano addosso e non te ne liberi più… Ci sono schiaffi che si perdonano e parole che non lasciano scampo….!!!! Alcune parole non si perdonano…. Buonanotte…!!!!!”.

“Lui era geloso, ma non violento. Lei non aveva paura di lui e non riusciamo a credere che sia stato lui“, hanno assicurato alcune amiche di Giordana davanti alla caserma dei carabinieri di Nicolosi. “Lui in passato era stato denunciato da Giordana, ma perché non sin rassegnava alla fine della loro storia? La seguiva continuamente”.

Un rapporto tormentato: “Si erano riavvicinati ma la loro era una storia contrastata: si lasciavano e si rimettevano insieme spesso, fino a quando lei non ha voluto più. Non ci credo che possa essere stato Luca – aggiunge un amico del 24enne, Igor Licari – lui voleva tornare con lei, le voleva bene. Ho provato a chiamarlo al cellulare ma è spento da tempo. Aveva comprato una Sim statunitense perché voleva andare a lavorare a New York”.

(Foto da Facebook)

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