Lavori al Terzo valico, appalti truccati: 14 arresti | Nella bufera finisce l’imprenditore Marciano Ricci

di Redazione

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Lavori al Terzo valico, appalti truccati: 14 arresti | Nella bufera finisce l’imprenditore Marciano Ricci

| mercoledì 26 Ottobre 2016 - 08:18

Parallelamente all’operazione che ha portato all’arresto di 21 persone per corruzione negli appalti delle grandi opere, la Guardia di Finanza ha eseguito 14 ordinanze di custodia cautelare nei confronti di imprenditori e dirigenti, coinvolti nei lavori per la costruzione del Terzo Valico ferroviario Genova-Milano.

Oltre alle misure cautelari, emesse dal Gip del Tribunale di Genova, gli uomini della Guardia di Finanza hanno eseguito alcune decine di perquisizioni in diverse regioni italiane. Complessivamente, secondo quanto si apprende, sarebbero oltre 20 gli indagati.

Gli indagati avrebbero compiuto una serie di atti di corruzione, concussione e turbativa d’asta in relazione all’aggiudicazione di commesse per un valore di 324 milioni. Nei mesi scorsi, “l’indagine di Genova si è incrociata con un’analoga attività avviata dai Carabinieri del comando provinciale di Roma su input della procura della Capitale”.

<<< I NOMI DEGLI ARRESTATI >>>

L’inchiesta è quindi proseguita con una collaborazione sia a livello investigativo che giudiziario. “Alcuni dirigenti cui spettava seguire lo svolgimento delle gare indette dal general contractor, per pilotare l’assegnazione dei lotti ad alcune società ed escluderne altre, hanno fatto in modo, in alcuni casi, che offerte ‘anomale’ divenissero regolari e, in altri, hanno utilizzato dei ‘concorrenti di comodo’ che in realtà non erano minimamente interessati all’aggiudicazione della gara, per indirizzare direttamente l’assegnazione all’unico concorrente interessato”.

Secondo quanto spiegano gli inquirenti, “almeno in occasione di una turbativa, gli investigatori della Guardia di Finanza hanno documentato il pagamento di una tangente. I militari delle Fiamme Gialle stanno eseguendo una serie di perquisizioni finalizzate all’acquisizione di diversa documentazione in Liguria, Piemonte, Lombardia, Trentino Alto Adige, Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Lazio, Molise e Campania”.

Non mancano anche dettagli piccanti. Per aggiudicarsi gli appalti, gli imprenditori infatti non pagavano soltanto tangenti ma offrivano anche prestazioni con escort. In particolare, secondo gli investigatori, la gara di appalto dei lavori per la galleria Vecchie Fornaci sarebbe stata assegnata a due società, la Europea 92 e la Cipa spa in cambio di serate con prostitute oltre che mazzette.

Particolare, questo, successivamente smentito dalla Europea 92 con un comunicato nel quale si afferma che la società non risulta aggiudicataria nè dei lavori denominati “Vecchie fornaci” nè di qualsiasi altra commessa con Cociv nè tantomeno ha mai eseguito lavori per conto di quest’ultimo. (LEGGI IN FONDO IL COMUNICATO INTEGRALE)

I primi nomi. C’è anche uno dei più noti imprenditori molisani, Marciano Ricci, tra le persone coinvolte nell’inchiesta. A Ricci è stata notificata una ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari. La Guardia di Finanza ha anche perquisito uffici in azienda e abitazione.

“Un’organizzazione stabile composta da tecnici, imprenditori e professionisti che si sono accordarti per un reciproco scambio di utilita’ ai danni dei contribuenti”, ha commentato il procuratore aggiunto Michele Prestipino nel corso di una conferenza stampa. Per gli inquirenti si tratta una “corruzione triangolare” in cui lavori e utilità venivano orientati a società terze riconducibili ad arrestati.

“C’e’ una trasformazione della tangente da denaro ad assegnazione dei lavori”, ha sottolineato il procuratore aggiunto Paolo Ielo. Complessivamente sono 11 le persone finite in carcere, 9 ai domiciliari e un obbligo di dimora. A finire in manette tra gli altri il direttore dei lavori Giampiero De Michelis e l’imprenditore calabrese Domenico Gallo.

Agli indagati vengono contestati, a vario titolo, i reati di corruzione, concussione e turbativa d’asta. La linea ad alta velocità denominata “Terzo Valico di Giovi” è stata definita di “interesse strategico nazionale” e collegherà Genova a Milano e dovrebbe essere pronta per il 2021.

Si tratta di un’opera che vale 6,2 miliardi e ha l’obiettivo di potenziare i collegamenti del sistema portuale della Liguria con le principali linee ferroviarie del nord Italia e il resto d’Europa. Si sviluppa lungo 53 chilometri, di cui 37 in galleria. Il Cipe ha fissato un limite di spesa di 6,2 miliardi per il consorzio Cociv – un colosso di cui fanno parte Salini Impregilo, Condotte e Civ.

IL COMUNICATO DELLA EUROPEA 92

“Europea 92 S.p.A. dopo aver preso visione delle notizie pubblicate nelle scorse ore sui vari organi di informazione, al fine di ripristinare lo verità sostanziale dei fatti si dichiara totalmente estranea ad ogni ipotesi di corruzione e turbativa d’asta. Infatti, diversamente da quanto si legge nei lanci di agenzia, lo società Europea 92 non è stata mai aggiudicataria dei lavori denominati “Vecchie Fornaci”, né di qualsiasi altra commessa con Cociv, né tanto meno ha mai eseguito nessun lavoro per conto di quest’ultima. L’aggiudicazione dei lavori poteva avvenire non attraverso la partecipazione ad una gara ad evidenza pubblica, bensì solo rispondendo ad una richiesta di offerta inviata dal Cociv, offerta poi non accettata e formalmente rifiutata da Cociv stesso. Tanto è che lo stesso giudice per le indagini preliminari non ha accolto la richiesta dei Pubblici Ministeri di Genova, in relazione alle ipotesi di corruzione contestate per i lavori predetti. Pertanto, invitiamo a prendere corretta visione dell’ordinanza del Tribunale di Genova. La società Europea 92, pur nel rispetto del diritto di informazione, si riserva ogni azione nei confronti degli organi di informazione che hanno divulgato notizie e fatti non corrispondenti al vero”.

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