Legge elettorale, la parola alla Corte Costituzionale |Domani esaminerà 5 ordinanze sull’Italicum

di Redazione

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Legge elettorale, la parola alla Corte Costituzionale |Domani esaminerà 5 ordinanze sull’Italicum

| lunedì 23 Gennaio 2017 - 12:37

La Corte Costituzionale esaminerà domani cinque ordinanze sull’Italicum. Si tratta di ricorsi presentati da un pool di avvocati, in qualità di cittadini elettori, in diversi tribunali italiani.

I tribunali di Messina, Torino, Perugia, Trieste e Genova hanno deciso che alcuni dei rilievi mossi dai ricorrenti sulla nuova legge elettorale non fossero infondati e hanno deciso di sottoporre le questioni ai giudici costituzionali.

Ecco i temi sollevati:

Il Tribunale di Messina ha censurato le norme sul premio di maggioranza al primo turno che assicura 340 seggi alla lista che ottiene il 40% dei voti, calcolando la percentuale sui votanti e non sugli aventi diritto al voto; sul premio al ballottaggio assegnato senza soglia minima di votanti; sulla clausola di sbarramento che esclude le liste che non abbiano superato la soglia del 3%; sul capolista bloccato mentre gli altri sono scelti con voto di preferenza; e infine le disposizioni per cui l’Italicum, valido solo per la Camera, si applica a prescindere dall’esito del referendum sulla riforma costituzionale.

Il Tribunale di Torino ha sollevato dubbi sull’attribuzione del premio al ballottaggio tra le liste più votate, purché abbiano ottenuto il 3%; sul divieto al secondo turno di apparentamenti o coalizioni col premio che va a chi ottenga il 50% più 1 dei voti; sulla possibilità per il capolista eletto in più collegi plurinominali di scegliere il collegio in base valutazioni di opportunità, in assenza di un criterio predeterminato.

Il Tribunale di Perugia ha sollevato anch’esso questioni sui capolista bloccati e sul premio che attribuisce 340 seggi alla lista che ottiene, su base nazionale, almeno il 40% dei voti validi o a quella che prevale al ballottaggio, escludendo collegamenti tra liste o apparentamenti tra i due turni di votazione.

I tribunali di Trieste e Genova hanno sollevato questioni sul turno di ballottaggio e sull’opzione del candidato capolista eletto in più collegi di scegliere a quale agganciarsi. Genova anche questioni relative all’assegnazione del premio di maggioranza al primo turno e una questione concernente il meccanismo del recupero proporzionale dei voti nella Regione Trentino-Alto Adige.

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