Strage di cani a Sciacca. Oipa: “Immediate indagini e bonifica”

di Redazione

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Strage di cani a Sciacca. Oipa: “Immediate indagini e bonifica”

| lunedì 19 Febbraio 2018 - 20:05

Cresce il numero dei cani avvelenati a Sciacca (AG) e a Villaggio Mosè (AG) e ancora sono in tanti quelli che mancano all’appello. In queste ore le guardie zoofile OIPA Agrigento stanno perlustrando la zona alla ricerca degli altri randagi non ancora rintracciati. Un fenomeno che prende sempre di più le sembianze di una strage a cui, apparentemente, non si riesce a dare una spiegazione. 

“Chiediamo immediate indagini”

L’OIPA ha inviato ai Sindaci di Sciacca ed Agrigento una richiesta formale per l’immediata apertura di un’indagine in collaborazione con le autorità competenti. Necessaria, secondo la delegazione, anche la bonifica dell’area in cui sono stati ritrovati i corpi dei cani avvelenati. E’ del novembre scorso l’atto dell’Assessorato della Salute della Regione Sicilia che prevede sanzioni per chi prelevi e microchippi cani randagi dal territorio.

“Coloro che non tollerano i cani randagi mettono in atto gesti illegali e di una crudeltà inaudita condannando animali senza colpa ad una morte atroce – commenta Laura Samaritano, delegata OIPA Agrigento e coordinatrice guardie zoofile OIPA Agrigento. – Ricordiamo che molti Comuni non hanno convenzioni con canili o le hanno per un numero limitato di cani, a fronte di un elevatissimo numero di richieste che quotidianamente vengono inoltrate dai cittadini. Regione e Comuni devono quindi guardare in faccia la realtà del randagismo in tutte le sue sfaccettature e applicare la normativa vigente nella sua interezza, oltre a prevedere rigorosi controlli per garantire che venga rispettata”.

Un buon proposito rischia di trasformarsi in un’arma a doppio taglio – aggiungono le associazioni – ecco perché ci rivolgiamo alla Regione Sicilia affinché, insieme alle Asp, predispongano l’applicazione della normativa vigente nella sua totalità, colmando le lacune che di fatto al momento condannano a morte migliaia di randagi, legando le mani alle associazioni che da anni intervengono per salvaguardare il loro diritto ad una vita dignitosa e che, ad oggi, vengono quotidianamente chiamate dalle istituzioni stesse per gestire le emergenze.”

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