Governo, Di Maio al Pd: “Ecco i nostri punti in comune”

di Redazione

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Governo, Di Maio al Pd: “Ecco i nostri punti in comune”

| domenica 29 Aprile 2018 - 08:32

 Un appello al Pd per tessere un’alleanza di governo e “salvare” il Paese. È questo, in estrema sintesi, il significato della lettera scritta dal leader del M5s Luigi Di Maio ai possibili alleati con i quali si analizzano i punti in comune – dal lavoro alla povertà, dall’Europa alla giustizia – su cui costruire il programma di governo in un “contratto alla tedesca per migliorare la qualità della vita degli italiani, per interpretare al massimo lo spirito della terza repubblica”.

Nella lunga lettera pubblicata dal Corriere della Sera, Di Maio si dice “fiducioso perché sulla carta ci sono tanti punti di convergenza“, evidenzia che “non si tratta di alleanze”, le quali implicherebbero scambi di poltrone, rivendica la “massima coerenza” tra quanto detto prima del voto e quanto fatto dopo. “L’eventuale contratto a cui perverremo verrà sottoposto alla votazione dei nostri iscritti online sulla piattaforma Rousseau“.

Di Maio scrive al Pd, “le convergenze ci sono”

“Agli 11 milioni di italiani che ci hanno votato abbiamo garantito la continuità dell’Italia nell’Unione europea e monetaria, per perseguire una profonda modifica dei vincoli di austerità, oltre che dell’impianto della governance economica e istituzionale europea”, scrive Di Maio. “Dovremo superare il fiscal compact e avviare il percorso di definizione di un’unione fiscale per smantellare il sistema di elusione ed evasione. Questa impostazione è oggi condivisa anche dal Pd“.

Parlando dei punti in comune – “obiettivi concreti che si possono tradurre in fatti, con tempi e procedure concordate” – sull’immigrazione “c’è la revisione del Regolamento di Dublino e l’equa ripartizione dei migranti tra tutti i Paesi dell’Ue”. Sulla sicurezza, “c’è la comune volontà di aumentare le risorse per la cyber security e l’assunzione immediata di 10.000 nuovi agenti nelle forze dell’ordine”, aggiunge Di Maio. 

I punti in comune tra M5S e Pd

Nella lotta alla povertà, “i fondi del Rei non sono sufficienti e le politiche attive del lavoro non funzionano. Il reddito di cittadinanza risolverebbe entrambi i problemi”, prosegue Di Maio che chiama in causa anche la “pensione di cittadinanza per gli anziani”. Per il lavoro “si può partire dal salario minimo orario”, e creare nuovi posti “ad esempio con la banca pubblica di investimento per finanziare a tassi agevolati le Pmi”. Per il leader del Movimento è “necessaria la reintroduzione dell’articolo 18 come ‘misura ponte’, in attesa di una piena realizzazione del reddito di cittadinanza e della riforma dei centri per l’impiego: una flexicurity alla danese che, a regime, consentirà di superare le rigidità dei contratti di lavoro“.

Sul fronte delle tasse, per M5S e Pd “il fine è lo stesso, un’intesa si può trovare“, sostiene Di Maio, che vede convergenze anche sui costi della politica e l’efficienza della PA. Nella sanità Di Maio si dice d’accordo nel ridurre le liste d’attesa, “ma occorre un serio incremento del Fondo sanitario nazionale e un piano di assunzioni per infermieri e medici“. Sulla giustizia “entrambi vogliamo semplificare e ridurre i tempi dei processi attraverso l’applicazione del rito del lavoro e investendo nella digitalizzazione anche in ambito penale”. Per la lotta a mafia e corruzione “si può realizzare una riforma complessiva dell’ordinamento penitenziario e la modifica del 416ter“. Infine capitolo a parte riguarda “la legge sul conflitto di interessi che il Paese aspetta da troppi anni”. 

Accordo M5S-Pd, le reazioni 

“Ma come è possibile che dopo aver condotto una campagna elettorale solo per mandare a casa il Pd e me, ora ci vengano a chiedere i voti per il governo? Non c’è un briciolo di coerenza in tutto questo”. Parole firmate Matteo Renzi, ex segretario del Pd, secondo cui l’intesa con il Movimento 5 Stelle è impossibile: “Sarebbe prendere in giro i nostri elettori”.

Non meno duro e scettico è il segretario leghista Matteo Salvini: “Ci vuole rispetto per gli italiani e dunque non è accettabile un governo con dentro il Pd. Noi i programmi non li cambiamo in corsa: abolire l’infame legge Fornero sarà la nostra priorità – scrive su Twitter – Voglio andare al governo con chi ci darà una mano per fare, per realizzare il programma premiato dagli elettori. Gli italiani meritano rispetto, altro che governi col Pd!”. 

“Un governo di centrodestra di minoranza in Europa non sarebbe una novità, solo in Italia sembra una cosa strana, se fallisce il dialogo fra 5 Stelle e Pd non ci sarebbe nulla di anomalo in un governo di centrodestra che va in Parlamento a chiedere il consenso o almeno l’astensione delle altre forze politiche o dei singoli parlamentari”. Lo afferma il leader di Fi Silvio Berlusconi, rassicurando sulla solidità dell’intesa con la Lega.

 

 

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