Di Maio: “Il governo tregua è un tradimento, si torni al voto”

di Redazione

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Di Maio: “Il governo tregua è un tradimento, si torni al voto”

| venerdì 04 Maggio 2018 - 12:22

In vista delle nuove consultazioni previste per il 7 maggio, il Movimento 5 Stelle prende una posizione netta e dice “no” a Mattarella. Il leader Luigi Di Maio parla chiaro: “Un governo di ‘tregua’ tradirebbe il popolo – ha detto ai cronisti di Montecitorio -, si vada al voto il 24 giugno“.

Di Maio: “Il governo tregua è un tradimento, si torni al voto”

Secondo Di Maio, l’unica soluzione possibile per formare il nuovo governo è quella di tornare al più presto alle urne. “Berlusconi e Renzi sono d’accordo – ha detto -. Ora sarà Salvini a decidere se aiutarli o meno a fare un governo contro di noi. Stanno già cercando il pretesto, le riforme o una nuova legge elettorale. Ma una nuova legge non si può fare, ci infileremmo in un inferno. Bisogna tornare al voto, il 24 giugno. Abbiamo studiato che si può fare”.

Il ritorno alle urne dovrebbe avvenire con il Rosatellum. Sulla possibile riforma elettorale infatti, Di Maio non ha dubbi: “Non si può fare – ha detto ai cronisti -, perderemmo anni a discuterne. Già mi immagino Salvini dirmi: ‘Io sono per il premio di lista, ma Berlusconi lo vuole per la coalizione'”.

Votare a giugno andrebbe, però, contro le regole italiane. Il tempo minimo per indire le elezioni, infatti, è di 45 giorni, che diventano 60 per organizzare il voto all’estero. Il decreto del presidente della Repubblica con il quale si stabilisce la data del voto deve essere pubblicato sulla Gazzetta ufficiale entro il 45esimo giorno precedente a quello delle consultazioni e qui i tempi ci rientrerebbero, perché la data ultima sarebbe il 9 maggio, ma rimarrebbero fuori i 60 giorno per il voto dall’estero. Le ipotesi a questo punto sono due: o accorpare le elezioni politiche al secondo turno delle amministrative del 24 giugno – strada che sembra molto difficile da percorrere – oppure indire le  votazioni per il prossimo ottobre.

Nonostante gli “ostacoli burocratici”, Di Maio rimane fermo nelle sue posizioni: “Io spero che non ci sia opposizione – ha detto -, e che si vada al voto il prima possibile. Se metteranno il presidente Mattarella in condizione di individuare questo governo di tregua, gli altri partiti saranno stati i traditori del popolo. Non esiste tregua per i traditori del popolo, questo deve essere chiaro. Ma non per il presidente che è stato fin troppo paziente. Avevano l’opportunità. Se il governo di tregua nasce è perché Salvini si èalleato con il Pd”.

Di Maio: “No a un nuovo Nazareno”

In un intervista a Il Fatto Quotidiano, il leader del M5S si oppone anche ad un nuovo Nazareno. “Noi diciamo no a un nuovo Nazareno – ha affermato -, magari con Giorgetti premier. E sarebbe ancora peggio un governo di scopo, di tregua o con qualsiasi altra formula: se con 120 parlamentari abbiamo fatto perdere la metà dei voti al partito di governo, con 338 eletti non gli faremmo passare neanche un provvedimento”.

Il Movimento, però, non perde la sua fiducia nel Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nonostante le ipotesi di un governo di “tregua”. “Dal Quirinale non ci è mai arrivata alcuna richiesta in tal senso – ha detto Di Maio – e con il presidente della Repubblica siamo sempre stati molto chiari. Abbiamo fatto il massimo per arrivare a un governo. E i limiti del M5S si conoscevano, dal primo giorno. Aspettiamo cosa deciderà il Quirinale“.

Di Maio: “Rivendico il no a Berlusconi”

In quanto ad una possibile alleanza con Berlusconi, le porte del M5S rimangono più che chiuse. “Rivendico con orgoglio il no a Berlusconi – ha ribadito Di Maio -. E il mio nome come premier non è mai stato il problema. La più grande bugia è che con Salvini tutto sia saltato perché io volevo fare il premier a tutti i costi”. Ancora più improbabile un accordo con il Partito Democratico. “Il Pd? – ha continuato Di Maio – Pensavo che il senatore semplice Renzi potesse permettere un processo di rinnovamento nel Pd, accettando un’autocritica dopo la batosta elettorale. Poi però è andato in tv e ha rotto tutto, prima della direzione del Pd”.

Toninelli: “Preferisco andare a votare”

D’accordo con Luigi Di Maio, anche il capogruppo al Senato del Movimento 5 Stelle, Danilo Toninelli: “Questi governi tecnici, di tregua, del presidente sono fatti per tirare a campare – ha detto a Radio Anch’io -, preferisco andare a votare”. Analizza poi gli errori commessi dal M5S. “Non abbiamo saputo spiegare il contratto di governo – ha concluso -, una cosa rivoluzionaria. Non era un tentativo di alleanza, forse chi ci voleva bene ha pensato che eravamo cambiati, che puntavamo alle poltrone, ma non era così. Non sono neanche venuti al tavolo a parlare perché chi fa politica da sempre era di fronte a una cosa nuova, una promessa messa per iscritto e da realizzare. A chi non ha mai concretizzato una promessa elettorale questo era insopportabile”.

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