Def, Padoan replica a Di Maio: “Non serve nessuna manovrina”

di Redazione

» Cronaca » Def, Padoan replica a Di Maio: “Non serve nessuna manovrina”

Def, Padoan replica a Di Maio: “Non serve nessuna manovrina”

| martedì 08 Maggio 2018 - 15:13

Non c’è nessuna emergenza Iva all’orizzonte. Lo assicura il ministro per l’Economia Pier Carlo Padoan rispondendo alle domande dei parlamentari delle Commissioni speciali nel corso dell’audizione sul Def: “C’è una diffusa volontà, anche la mia, di disinnescare le clausole. Il modo per farlo è la Nota al Def e la legge di bilancio. Non c’è assolutamente bisogno di fare un provvedimento in precedenza a questo”. A parlare di manovrina negli scorsi giorni era stato il leader del M5S, Luigi Di Maio.

“Come è già avvenuto negli anni scorsi, il rialzo dell’Iva può essere evitato e il gettito atteso può essere sostituito da misure alternative mediante futuri interventi legislativi, per esempio con la legge di bilancio per il 2019″, ha spiegato Padoan ricordando che una parte “significativa” delle clausole di salvaguardia per il 2019 è già stata disattivata con gli interventi inserti nel dl 50 del 2017 (circa 4,4 miliardi), dal dl 148 (340 milioni) e dalla legge di bilancio 2018 (circa 6,1 miliardi).

Def, il punto del ministro Padoan sull’Iva

Di certo, però, l’eventuale protrarsi della fase di incertezza politica in Italia potrebbe essere “potenzialmente in grado di frenare in particolare la diffusa partenza degli investimenti”. Proprio per questo motivo, le stime di crescita contenute nel Documento sono state orientate alla cautela. A pesare sono peraltro anche “i rischi geopolitici di medio termine che si sono più chiaramente evidenziati negli ultimi mesi”.

Padoan poi individua il rischio più concreto per la crescita economica italiana: l’imposizione di dazi da parte degli Stati Uniti, con le ipotizzabili ripercussioni della Cina e degli altri Paesi. “Tensioni commerciali a livello internazionale avrebbero un impatto sui livelli produttivi e sull’occupazione anche in Europa”, ha spiegato il ministro dell’Economia. 

Illustrando le stime del Def, che indicano per l’anno in corso una crescita del Pil dell’1,5%, Padoan ha rivendicato il lavoro fatto e i risultati ottenuti nel corso della passata legislatura: “Si fa a volte osservare che la crescita italiana sarebbe modesta, anzi: ‘il fanalino di coda dell’Unione europea’. È un’obiezione fondata“, ha riconosciuto, puntualizzando tuttavia che quello della crescita modesta “è un problema di lungo periodo che trova le sue radici in limiti strutturali”.

Ma “mentre in passato tassi di crescita modesti si sono ottenuti anche grazie a un deficit di bilancio molto ampio (3,2 per cento la media tra 2001 e 2007), in questi anni siamo riusciti a stimolare l’economia mentre correggevamo i conti, con un deficit medio tra 2015 e 2017 pari a 2,5 punti percentuali di Pil”, ha osservato. Il ministro, ormai uscente, ha evidenziato quindi che “dal 2014 l’economia italiana cresce ininterrottamente; la ripresa, dapprima debole, si è consolidata nel biennio 2015-2016, per acquistare slancio nel 2017 e nell’anno in corso. Nei primi tre mesi del 2018 il Pil è cresciuto per il quindicesimo trimestre consecutivo, a un ritmo coerente con le previsioni degli analisti, delle istituzioni internazionali e del Tesoro”.

Padoan e i risultati dell’ex legislatura

Anche sul fronte occupazionale, rispetto a settembre 2013 “è stato recuperato più di un milione di posti di lavoro”. Al di là dei rischi, che pure ci sono, l’Italia è dunque “nelle condizioni per proseguire nell’irrobustimento strutturale della crescita, dell’aumento dell’occupazione, dell’inclusione sociale, nel rafforzamento delle finanze pubbliche e nella riduzione della pressione fiscale”.

“Nel corso degli anni passati abbiamo registrato un graduale miglioramento delle principali statistiche macroeconomiche” ma “il disagio sociale non si è arrestato, le disuguaglianze in alcuni casi sono cresciute oppure è aumentato il divario tra chi stava bene e chi stava male già prima della crisi”, osserva Pier Carlo Padoan nel corso dell’audizione sul Def. “La politica economica deve migliorare la propria cassetta degli attrezzi”.

Padoan poi conclude ammettendo di dover fare ancora tanto a livello di sviluppo sociale: “Molto resta da fare in quest’area, i progressi sono uniformi ma esiste una base su cui proseguire ed allargare lo sforzo di miglioramento del benessere, dell’equità e della sostenibilità sociale, economica e ambientale”.

Edizioni Si24 s.r.l.
Aut. del tribunale di Palermo n.20 del 27/11/2013
Direttore responsabile: Maria Pia Ferlazzo
Editore: Edizioni Si24 s.r.l.
P.I. n. 06398130820