Nuovo stadio della Roma, 9 arresti: “Stop alla realizzazione”

di Emanuele Termini

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Nuovo stadio della Roma, 9 arresti: “Stop alla realizzazione”

| mercoledì 13 Giugno 2018 - 07:25

Ci sono politici e imprenditori tra i nove indagati finiti in manette (sei in carcere e tre ai domiciliari) nell’inchiesta dei carabinieri di Roma sul nuovo stadio dell’AS Roma calcio. Il Nucleo Investigativo del Comando provinciale ha eseguito una misura cautelare emessa dal gip di Roma nell’ambito dell’indagine coordinata dalla Procura capitolina denominata “Rinascimento“. 

È stata scoperta “un’associazione per delinquere finalizzata alla commissione di condotte corruttive e di una serie indeterminata di delitti contro la pubblica amministrazione”, nel quadro delle procedure connesse alla realizzazione del nuovo impianto sportivo del club giallorosso. Nell’inchiesta si parla di “soldi in contanti, fatture per operazioni inesistenti, assunzioni e consulenze”. Così il gruppo Parnasi, secondo l’accusa, foraggiava i politici e pubblici ufficiali con un metodo corruttivo che gli inquirenti definiscono come “asset di impresa”. “L’As Roma e la sindaca Raggi non c’entrano nulla con l’inchiesta”, precisa però il procuratore aggiunto Paolo Ielo.

Sono due, al momento, i procedimenti giudiziari attivi. Oltre all’indagine di oggi, affidata dal procuratore aggiunto Paolo Ielo al sostituto Barbara Zuin, un altro procedimento, coordinato dal pm Mario Dovinola, è già approdato al dibattimento. Si tratta dell’indagine sui terreni per bancarotta per distrazione e omesso pagamento dell’Iva. Per questi reati sono stati rinviati a giudizio quattro ex amministratori della Sais, società della famiglia Papalia già proprietaria dell’area sul quale dovrebbe sorgere lo stadio, e della “Ippodromo di Tor di Valle”, società che gestiva il galoppatoio. Secondo la procura, il contratto di affitto del terreno fu oggetto di una serie di distrazioni da parte della società locataria, in danno dei creditori delle due società, poi fallite.

Nuovo stadio della Roma, i volti noti finiti nella bufera

Tra gli arrestati compaiono anche il vicepresidente del Consiglio Regionale, Adriano Palozzi (FI, ai domiciliari), l’imprenditore Luca Parnasi e il presidente di Acea, Luca Lanzalone (domiciliari). Quest’ultimo ha seguito, in altra veste, il dossier sulla struttura che dovrebbe sorgere nella zona di Tor di Valle. In manette è finito anche l’ex assessore regionale ed attuale consigliere regionale Michele Civita del Pd (domiciliari). In carcere sono inoltre finiti Luca Caporilli, Simone Contasta, Naboor Zaffiri, Gianluca Talone e Gianluca Mangosi. 

Lanzalone, tra il gennaio e il febbraio del 2017, nelle vesti di consulente per il M5S, portò avanti una mediazione con l’amministrazione comunale e la Eurnova, la società dell’imprenditore Luca Parnasi (anch’egli arrestato questa mattina) che acquistò i terreni dell’ippodromo di Tor di Valle, dove dovrebbe sorgere la nuova struttura, dalla società Sais della famiglia Papalia. La mediazione ha portato ad una modifica del primo progetto con una riduzione delle cubature degli immobili “extra stadio” e la cancellazione delle due torri del grattacelo che sarebbero dovute sorgere in prossimità del’impianto.

Io spenderò qualche soldo sulle elezioni…che poi con Gianluca vedremo come vanno girati ufficialmente con i partiti politici eccetera…anche questo è importante perché in questo momento noi ci giochiamo una fetta di credibilità per il futuro ed è un investimento che io devo fare…”. Lo avrebbe detto Parnasi in una conversazione con altri arrestati contenuta nell’ordinanza di custodia cautelare di quasi 300 pagine firmata dal gip Maria Paola Tomasello. L’imprenditore avrebbe poi aggiunto che si trattava di un “investimento” “molto moderato rispetto a quanto facevo in passato quando ho speso cifre che manco te racconto però la sostanza che la mia forza è quella che alzo il telefono…”.

Tra i 27 indagati, invece, spicca il nome del capogruppo del M5S in campidoglio, Paolo Ferrara. Nei primi mesi del 2017 Ferrara aveva partecipato alla trattativa con il gruppo Parnasi per la modifica della prima stesura del progetto sulla struttura che dovrebbe sorgere a Tor di Valle.

Le reazioni “caute” del M5S e di Salvini 

Chi ha sbagliato pagherà noi siamo dalla parte della legalità. Aspettiamo di leggere le carte sappiamo che alle 12 c’e’ una conferenza stampa della procura al momento non esprimiamo alcun giudizio”, ha commentato la sindaca di Roma Virginia Raggi. “Se è tutto regolare, spero che progetto stadio possa andare avanti”.

Interviene anche il ministro dell’Interno, il leghista Matteo Salvini: “Chi stava lavorando allo stadio della Roma ed è stato arrestato lo conosco personalmente come una persona perbene e spero possa dimostrare la sua innocenza. C’è complicazione nel settore pubblico: il codice degli appalti, la legge contro il caporalato, il proliferare di leggi, codici e burocrazia aiuta chi vuole fregare prossimo. Un Paese più semplice è anche meno corrotto”, ha detto Salvini all’assemblea di Confesercenti.

“Lanzalone lo conosco perché è stato un consulente apprezzato in varie fasi delle nostre attività politiche. Non sono mai contento quando una persona in sè viene indagata, ma se qualcuno ha sbagliato è giusto che ne risponda”, afferma Riccardo Fraccaro, Ministro dei Rapporti con il Parlamento e democrazia diretta, a 24Mattino su Radio 24. “Dobbiamo però capire – aggiunge il ministro – quali sono i motivi degli arresti. Solamente dopo un’analisi attenta si potranno esprimere dei commenti sensati, Ovviamente se qualcuno ha voluto fare il furbo io sono contento che una magistratura sia intervenuta”.

Il progetto adesso rischia

“La Roma non fatto nulla di male, siamo stati trasparenti: non vedo perché il progetto stadio si debba fermare, tutti lo vogliono e si deve andare avanti. Risolveremo tutto”, ha detto il presidente della Roma James Pallotta. “Se ho sentito Parnasi? Non credo che in cella si possano usare i telefonini”. Se salta il progetto? “Vorrà dire che verrete a trovarmi a Boston..”.”Stamattina ho passato due ore difficili, ma ora tutto ok: risolveremo”. 

“Non sappiamo ancora niente, abbiamo appreso questa mattina dalle agenzie”, ha commentato il dg della Roma, Mauro Baldissoni. Il dirigente giallorosso è da poco giunto nella sede milanese della Lega Serie A per l’assemblea sui diritti tv ma non ha escluso di tornare a breve nella Capitale per approfondire e seguire da vicino la questione.

E le opposizioni alzano la voce: “Luca Lanzalone, braccio destro di Raggi e Nogarin, superconsulente per lo stadio imposto dalla sindaca di Roma nientemeno che alla presidenza di Acea, è stato arrestato nell’ambito dell’inchiesta per associazione a delinquere proprio sul nuovo stadio della Roma – scrive su cebook il deputato del Partito democratico Michele Anzaldi – Il 5 marzo, il giorno dopo le elezioni, era al Parco dei Principi a festeggiare insieme a Luigi Di Maio. Fu mandato a Roma e Livorno da Genova. Grillo, Di Maio, Raggi e tutto M5s devono molte spiegazioni. Nessuno parla?”. 

Lo Stadio della Roma non potrà essere realizzato, almeno per il momento, e la Procura deve disporre il blocco immediato dell’intero progetto”. A chiederlo è il Codacons, che si costituisce oggi stesso parte offesa nell’inchiesta della magistratura. “Di fronte alla gravità dei fatti contestati dalla Procura è evidente che lo Stadio della Roma deve essere bloccato immediatamente, allo scopo di evitare ulteriori danni alla collettività e la prosecuzione dei reati”, spiega Codacons.

In tal senso, in qualità di parte offesa rappresentativa degli utenti e di associazione ambientalista, “presenteremo istanza urgente alla Procura chiedendo il sequestro di tutti gli atti amministrativi relativi allo Stadio, e la sospensione dell’iter per la realizzazione del progetto di Tor di Valle”. “I nostri timori circa lo Stadio della Roma, purtroppo, hanno trovato riscontro, a dimostrazione che l’opera non può essere realizzata senza ripercussioni negative per la collettività – conclude l’associazione”, ha concluso il Codacons.

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