Migranti riportati in Libia, Armatore: “Richiesta arrivata da Tripoli”

di Redazione

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Migranti riportati in Libia, Armatore: “Richiesta arrivata da Tripoli”

| martedì 31 Luglio 2018 - 08:04

Secondo la denuncia presentata da Open Arms e da Nicola Frantoiani, esponente di Liberi e Uguali, una nave battente bandiera italiana, la Asso 28, che presta servizio di supporto a una piattaforma petrolifera, ha soccorso un gommone con 108 persone a bordo, riportando poi i migranti in Libia.

Secondo Nicola Fratoianni, secondo il quale se fosse confermato che il trasferimento a Tripoli è avvenuto su indicazione della guardia costiera italiana “si tratterebbe di un precedente gravissimo”.

Armatore: “La richiesta è arrivata da Tripoli”

La società armatrice dell’Asso28, la Augusta Offshore di Napoli afferma che sia arrivata dal Marine Department di Sabratah la richiesta “di procedere in direzione di un gommone avvistato a circa 1,5 miglia sud est dalla piattaforma” e conferma che “le attività di soccorso si sono svolte sotto il coordinamento della Coast Guard libica”.

Fratoianni: “Ordine di Eni”, che però smentisce

Secondo il deputato Leu, Nicola Fratoianni – a bordo di Open Arms per ricostruire la vicenda –, la nave Asso28 si è diretta in Libia su indicazione Eni. L’ordine di riportare a Tripoli i migranti soccorsi a bordo di un gommone “è arrivato dalla piattaforma per cui lavora il rimorchiatore, vale a dire dall’Eni”. A suo avviso le autorità italiane erano informate fin dall’inizio dell’intera operazione di soccorso perché “la prima segnalazione di un gommone in difficoltà era partita proprio dal Imrcc di Roma”.

L’Eni però “smentisce categoricamente qualsiasi coinvolgimento nella vicenda” della Asso 28, “che è stata interamente gestita dalla Guardia Costiera Libica”. Lo ha affermato all’Ansa un portavoce del gruppo petroliferodopo le dichiarazioni del deputato Leu Nicola Fratoianni.

L’Italia rischia una condanna dalla Commissione Ue

Secondo Marina Castellaneta, ordinario di diritto interazionale a Bari, “potrebbe accadere” che la Commissione europea condanni l’Italia per la vicenda della nave Asso 28. “In base a tutte le Convenzioni internazionali – spiega Castellaneta – lo Stato deve fare in modo che chiunque faccia richiesta di asilo venga tutelato e seguito in questa richiesta. E dunque ha l’obbligo che le sue navi, quelle che battono la sua bandiera, non effettuino dei respingimenti“. 

Unhcr: “Indagini su Asso 28”

“Stiamo raccogliendo tutte le informazioni necessarie sul caso del rimorchiatore italiano Asso Ventotto che avrebbe riportato in Libia 108 persone soccorse nel Mediterraneo. La Libia non è un porto sicuro e questo atto potrebbe comportare una violazione del diritto internazionale”. Lo scrive su Twitter l’account ufficiale dell’Unhcr.

Salvini: “Il coordinamento non è italiano”

Il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, ha smentito il sostegno della Guardia Costiera italiana nelle operazioni di salvataggio di centinaia di migranti nel mediterraneo, poi riportati in Libia. “La Guardia Costiera Italiana – scrive su Facebook – non ha coordinato e partecipato a nessuna di queste operazioni, come falsamente dichiarato da una Ong straniera e da un parlamentare di sinistra male informato”.

Toninelli: “Non è stato violato il diritto internazionale”

“L’unica cosa che posso dire è che la Guardia Costiera italiana non è stata interessata al coordinamento e al salvataggio, perciò non ci ha fornito alcuna indicazione. Quindi il diritto internazionale non è stato violato“, ha detto il ministro dei Trasporti Danilo Toninelli interpellato sulla nave Asso 28 a margine di un’audizione al Senato. 

Ue in contatto con gli italiani per saperne di più

L’Unione europea sta indagando sulla vicenda. “Senza conoscere i dettagli di questa operazione, e sotto quali autorità le navi operano – ha detto Natasha Bertaud, portavoce della Commissione Ue per la Migrazione -, non possiamo commentare il caso specifico: siamo in contatto con gli italiani per saperne di più“. Bertaud ricorda che per la Commissione europea, la Libia non può essere considerata porto sicuro, viste le “diffuse e gravi violazioni dei diritti dei migranti, regolarmente sollevate dalle organizzazioni dei diritti umani, nazionali e internazionali”.

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