La Sicilia e i suoi progetti segreti sui treni super veloci

di Redazione

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La Sicilia e i suoi progetti segreti sui treni super veloci

| giovedì 20 Settembre 2018 - 20:33

Un’interrogazione all’Ars della deputata grillina Stefania Campo ha portato alla ribalta un progetto rimasto nascosto per oltre 40 anni su una tecnologia avveniristica. Si tratta, in parole povere, di un sistema di mobilità sostenibile che consentirebbe di far viaggiare dei treni alla straordinaria velocità di 400 km/h. Il tutto tramite un sostentamento del mezzo a cuscino d’aria che verrebbe soffiata, secondo il progetto originale, da quattro motori Dino Ferrari. La spinta verrebbe invece fornita da un motore elettrico ad induzione magnetica lineare. 

Un progetto futuristico ad alta velocità

L’intenzione della deputata Campo è quella di sollecitare il governo Musumeci e le Università siciliane affinché diano avvio a degli studi di fattibilità e di settore che valutino l’applicabilità della tecnologia Hyperloop. C’è persino l’ipotesi di contattare il fondatore italiano della Hyperloop Transportation Technologies per dare impulso alla ricerca proprio in Sicilia riprendendo così quel cammino “visionario” di 40 anni fa. 

“Da Palermo a Ragusa in appena 20 minuti. Non è fantascienza ma una tecnologia dei trasporti che parla siciliano ma non è mai stata applicata – ha detto la Campo. “Nella settimana della mobilità sostenibile, spiace constatare come la Sicilia che era la patria della sperimentazione di forme di mobilità innovative e non inquinanti, ci sono progetti che giacciono nei cassetti. Un esempio? Nella Biblioteca centrale della Regione Siciliana a Palermo, sono conservati i progetti Hyperloop, il mega tubo-galleria depressurizzato all’interno del quale corrono treni a levitazione magnetica. Quello che sta realizzando il patron di Tesla Elon Musk a Dubai, negli States e in Russia, in Sicilia sarebbe stato già realtà dato che negli anni ‘70 era partita la sperimentazione sulla tratta Trapani via Milo”.

“Mentre in Germania parte il primo treno ad idrogeno, noi siamo costretti a qualche intervento di bitumazione delle strade dell’Isola. Abbiamo trovato documenti che attestano gli studi condotti dal Professore Giovanni Lanzara alla fine degli anni ‘60 negli Stati Uniti prima (Università del Kentucky), su finanziamento del Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti d’America e presso l’istituto di Aeronautica dell’Università di Palermo (1968-76) in un secondo momento, con consistenti finanziamenti della Regione“.

I creatori del progetto

L’attività di ricerca era volta allo studio dell’influenza delle dimensioni principali di un veicolo intubato di trasporto terrestre ultraveloce. Ebbene, dagli studi del professore Lanzara e del team, composto dagli ingegneri Giuseppe Ferlazzo, Alfredo Magazzù, Saverio Scrofani e Ludovico Tulumello coordinati dal prof. Ennio Mattioli, direttore del dipartimento di aeronautica dell’ateneo palermitano, nacque un primo prototipo di convoglio che viaggiava su binari in calcestruzzo e che poteva trasportare solamente 3 persone grazie a dei cuscinetti ad aria. Successivamente, con l’evolversi della ricerca fino all’aderenza magnetica, un secondo prototipo di treno a levitazione magnetica per il trasporto ad alta velocità, sperimentato nel 1973 all’interno dell’ex aeroporto militare di Trapani-Milo, poteva trasportare fino a 20 persone e poteva raggiungere i 400km/h.

Le pubblicazioni

Il 27/06/1972 il prototipo, perfettamente funzionante fu presentato alle Autorità politiche ed accademiche italiane ottenendo anche riconoscimenti significativi dal sottosegretario USA Herbert De Simone e dall’Ambasciatore J. Volpe. La crisi energetica del 1973 indusse il Ministero dei Trasporti a ridurre la velocità di crociera dei treni e degli aerei e indirettamente anche a non finanziare le ricerche finalizzate alle alte velocità. Senza finanziamenti la ricerca svanì all’Università di Palermo, ma stranamente continuò presso la Fiat per la realizzazione di un treno veloce successivamente denominato “Pendolino”. Tutto ciò è il contenuto di una pubblicazione edita dal Dipartimento di Ingegneria Aeronautica e dei Trasporti di UNIPA intitolata “Una pagina di storia siciliana” redatta dal Prof. Ing. Giuseppe Ferlazzo.

La tecnologia Hyperloop “potrebbe essere la giusta chiave di volta per far uscire la Sicilia dallo stallo in cui si trova a causa della carente efficienza del sistema pubblico di trasporto: strade, ferrovie, aeroporti, richiedono infatti una maggiore attenzione e una nuova spinta verso uno sviluppo che sia non solo sostenibile, ma che permetta anche di arrivare preparati all’appuntamento con il futuro e con l’evoluzione della tecnologia”, prosegue il testo dell’interrogazione. 

Continua Stefania Campo

“Nel Documento di Economia e Finanza Regionale 2019/2021 approvato dalla Giunta Regionale con Delibera n. 243 del 28 giugno 2018, si legge che le opere strategiche da realizzarsi nel territorio della Regione Siciliana sono definiti nel Piano Integrato delle Infrastrutture e della Mobilità (PIIM) approvato nel 2017 che individua, nel contempo, i principi per una gestione sostenibile del trasporto pubblico ed inoltre costituisce condizionalità ex-ante per la Programmazione comunitaria 2014-2020. A questo punto sto chiedendo a Musumeci se non ritenga opportuno prevedere, nel prossimo Piano Integrato delle Infrastrutture e della Mobilità, un’attività di supporto allo sviluppo delle nuove tecnologie sul trasporto, in particolare quella a levitazione magnetica, ricercando finanziamenti pubblici e privati e intercettando fondi europei dedicati”.

 

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