Miracolo a Sarajevo, Bosnia al Mondiale

di Domenico Giardina

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Miracolo a Sarajevo, Bosnia al Mondiale

| mercoledì 16 Ottobre 2013 - 17:34

Bosnia al Mondiale, adesso è realtà. A vent’anni da una delle guerre più sanguinose della storia europea ecco la prima vera soddisfazione da un punto di vista calcistico per la Nazionale balcanica. Con sette vittorie, un pareggio e una sola sconfitta la squadra dei vari Dzeko, Pjanic, Spahic, Lulic e Ibisevic è riuscita a concludere in testa il suo girone e ad approdare in Brasile senza passare dalle forche caudine degli spareggi.

E’ vero, il girone non era certo irresistibile, l’unica vera avversaria è stata la Grecia superata solo grazie alla classifica avulsa, ma si tratta comunque di una grandissima impresa che solo dieci anni fa sarebbe stata considerata impossibile anche in un gruppo di questo livello.

A Sarajevo e dintorni è festa grande. Gli unici colpi che oggi possono echeggiare tra i palazzi sono quelli dei mortaretti. Solo una generazione di talenti come quella attuale avrebbe potuto consentire un’impresa di questo genere. Mai nella sua storia recente la Bosnia era arrivata ad avere un tale concentrato di tecnica, potenza e fantasia tutta in una sola formazione. Per non parlare della concretezza sotto porta di Dzeko e Ibisevic, o della grande capacità di guidare la difesa del capitano Spahic. L’esperienza e la voglia del giocatore più presente della storia, Misimovic, e la regolarità tra i pali del portiere Begovic, cresciuto tantissimo da quando difende la porta dello Stoke City in Inghilterra. Tutti guidati in panchina da una vecchia gloria del calcio slavo come Safet Susic.

Nemmeno la generazione dei Bolic, Salihamidzic, Barbarez e Baljic è riuscita a tagliare un traguardo così grande. A questo punto non importa il risultato di Brasile 2014. Potranno anche essere tre sconfitte al primo turno. La qualificazione è già di per sé un grandissimo evento dall’alto valore simbolico.

 

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