Un edificio basso, ingiallito, anonimo. Una palazzina a pochi metri dalla residenza estiva abbandonata ormai da Giuseppe Grigoli, re dei supermercati e prestanome di Messina Denaro, condannato a 12 anni per mafia con un sequestro di beni per 700 milioni di euro. Lì nel cuore del territorio di Messina Denaro, a 100 metri da quel civico 167 del Lungomare San Vito di Mazara del Vallo, ti ritrovi sul SeaMeWe3, quel terminale che secondo Edward Snowden è stato utilizzato dagli Stati uniti per spiare i flussi di dati del governo italiano.
La settimana scorsa il giornalista portavoce della talpa del datagate, Gleen Greenwald, ha svelato all’Espresso che la Casa Bianca controllava, tramite la Nsa, tanti governi europei tra cui quello italiano da tre cavi a fibra ottica: due si troverebbero a Palermo, uno a Mazara. Il cavo collega Europa , Asia e Medio Oriente tramite cinque nodi ed è controllato dalla Telecom Sparkle. Giacomo Di Girolamo de Il Mattino di Sicilia è andato proprio a Mazara, per vedere il luogo da cui le intercettazioni sarebbero state prese.
La sede è un fortino con doppia recinzione, ma quello che colpisce è l’assoluto anonimato dell’edificio: nessun numero civico, solo una piccola targa, il grigiore che forse nasconde il fulcro di uno scandalo di internazionale senza precedenti. Dallo snodo di Mazara sarebbero state intercettate le comunicazioni italiane, ma tutta l’Europa di certo non si sente al sicuro, da Angela Merkel a Francois Hollande.
La risposta dell’Ue agli Stati Uniti è cosa nota: quello che adesso si deve scoprire è se la Telecom Sparkle abbia informazioni in più e se Snowden dice il vero: di certo la Sicilia è terra in cui gli Usa continuano ad avere una forte influenza e il Muos ne è la prova.
