Dai giudici ai risparmiatori, tutti contro Ligresti | Pronta persino una “class action”

di Gabriele Ruggieri

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Dai giudici ai risparmiatori, tutti contro Ligresti | Pronta persino una “class action”

| mercoledì 13 Novembre 2013 - 00:53

Bilanci poco chiari, sperpero di denaro, consulenze fittizie, sospetti di aggiotaggio e una gestione non proprio trasparente. Sono solo alcune delle accuse che molti risparmiatori, ritrovatisi da un giorn all’altro, travolti dalla vicenda Ligresti, con in mano un pugno di mosche, quel che resta dei propri investimenti, sfoltiti dalle grosse minusvalenze dei titoli azionari di FonSai, Milano assicurazioni e Permafin, scossi dall’inchiesta che ha portato, alla fine, dietro le sbarre, Salvatore Ligresti e figli, con tutti i risvolti noti delle ultime settimane.

Fu così, allora, che alcuni risparmiatori hanno deciso di andare a fondo nella questione, causando un altro grattacapo ai Ligresti: una richiesta di risarcimento. Come? Costituendosi parte civile nei processi che andranno in scena a Torino e Milano. Ma chi sono questi ricorrenti che potrebbero spillare ai vertici FonSai e Permafin qualcosa come venti milioni di euro qualora gli dovesse essere riconosciuta ragione? A spiegarlo a Si24 è Fabio Belloni, l’avvocato che cura gli interessi del Siti, sotto la cui bandiera hanno trovato rifugio oltre mille risparmiatori.

Ho avuto incarico dal Siti – Sindacato Italiano Tutela Investimenti -, di assistere un migliaio di risparmiatori aderenti all’associazione – dice l’avvocato – ai fini della costituzione di parte civile nel procedimento penale contro Ligresti, che inizierà a Torino il prossimo quattro dicembre. In questo momento è in corso la raccolta delle procure e dei documenti necessari. Nell’ambito del procedimento è allo studio la possibile presentazione di richiesta di citazione del responsabile civile, identificato in FonSai. L’iniziativa terrà presente anche la contemporanea presenza di procedimenti penali radicati a Milano, ai fini dell’opportuno coordinamento e di eventuali iniziative ulteriori”. Ligresti come Tanzi, dunque, FonSai come Parmalat, giusto per citare l’esempio più illustre di azione collettiva (non chiamatela class action!) in Italia.

“I miei clienti – continua Belloni – lamentano minusvalenze nei loro investimenti, che leggono, attraverso il prisma del capo di imputazione, come determinate anche dalla commissione dei reati contestati. Per questo propongono un’azione risarcitoria. Tecnicamente non si tratta di una class action, ma – correttamente – di una azione collettiva, “gestita” tramite il Siti, in favore degli aderenti allo stesso”. Le inchieste, tuttavia, non si sono ancora concluse e i Ligresti non sono certo attori unici in questa messa in scena. Tanti infatti sono i finanzieri le cui posizioni restano ancora da chiarire, così come resta ancora da mettere in luce il ruolo reale che ricopriva la famiglia Ligresti, ormai priva dei trust off-shore  disseminati tra Bahamas e Lussemburgo,  e di Giancarlo Giannini, solo un omonimo del noto attore, e capo dell’Isvap, l’organo che avrebbe dovuto controllare le assicurazioni, guarda caso – anche lui – amico di Ligresti.

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