Per il Pdl è l’ennesima giornata di colloqui, incontri, pranzi, dibattiti. Protagonista indiscusso, ovviamente, Silvio Berlusconi, che da Palazzo Grazioli, dove ha incontrato Alfano e Lupi, cala l’affondo definitivo contro ribelli e colombe di sorta. Il messaggio del leader storico del centrodestra è chiaro e non si presta a interpretazioni: “Chi non si riconosce in Forza Italia è libero di andarsene”.
Il fondatore di Forza Italia e Pdl fa un appello all’unità di tutti quelli che si riconoscono nei valori con cui i movimenti politici sono nati, ma anche un avvertimento a chi si allontana eccessivamente dalla “casa madre”. Quasi una chiamata alle armi senza possibilità di rifiuto, quella di Berlusconi, che rivela la sua volontà di unire tutti i moderati sotto un’unica bandiera, quella di Forza Italia, all’appuntamento col voto. Un voto a cui l’ex premier vuole riportare famiglie e giovani delusi.
Si conclude così, dunque, l’ultimo dei vertici in attesa del Comitato nazionale del Pdl, finalizzato a scongiurare una spaccatura che, per molti versi, sembra ormai inevitabile, come si evince dalle parole di Fabrizio Cicchitto, che ha più volte espresso le proprie perplessità sul presentarsi al congresso che segnerà il futuro del centrodestra italiano. “Prima di decidere se andare al Cn – ha detto l’ex berlusconiano – voglio capire qual è la linea politica e la collocazione. Per per noi il centrodestra è collocato al centro, senza estremismi. Se devo entrare in una nuova formazione politica – spiega – chiedo le regole, se non vengono sciolti questi nodi certamente non andrò”.
