È stata archiviata l’inchiesta sull’ex assessore regionale Gaetano Armao, che era indagato con l’accusa di peculato per aver sfruttato l’auto blu con finalità private. Il giudice, infatti, ha accolto la richiesta di archiviazione del pm Roberto Tartaglia per cui non c’è stata “lesione né dell’interesse patrimoniale né dell’attività funzionale dell’ente”. “Ho sempre creduto che la verità dei fatti sarebbe stata riconosciuta”, ha commentato Armao una volta appresa con sollievo la notizia.

“Con la mia compagna – prosegue l’ex assessore della giunta Lombardo – abbiamo subito due anni di ingiustificate aggressioni mediatiche da parte di qualche giornalista senza scrupoli, che non si sono fermati neanche di fronte alla circostanza che potessero coinvolgere la mia piccola Francesca Emma. Ma ho comunque confidato nell’equilibrio della Magistratura che ha riconosciuto la correttezza nei miei comportamenti di pubblico amministratore e di padre”.

L’inchiesta sull’ex assessore era scaturita dalla pubblicazione di una foto che riprendeva la compagna di Armao, un magistrato in servizio alla Corte d’appello di Palermo, mentre saliva sull’auto blu per recarsi in aeroporto, senza che lui fosse presente. In realtà, il passaggio alla compagna di Armao non avrebbe “modificato il programma originario”, provocando quindi un danno all’amministrazione. L’ex assessore, infatti, pur se trattenuto in un convegno ad Alcamo, sarebbe comunque dovuto tornare a casa per prendere valigie e documenti, e invece si recò autonomamente a Punta Raisi.

Il pm, nella richiesta di archiviazione, aveva evidenziato che “gli altri episodi di accompagnamento” sarebbero stati “limitati sia sotto il profilo numerico sia dal punto di vista della concreta lesività, risolvendosi in percorsi cittadini complessivamente modesti”. Tra l’altro, Armao, in qualità di assessore, aveva a disposizione l’auto sette giorni su sette e secondo il pm e il Gip il suo comportamento non ha causato un danno patrimoniale apprezzabile alla pubblica amministrazione.