Si riaccende la polemica sul caso Stamina | Lorenzin: “Profili giudiziari inquietanti”

di Redazione

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Si riaccende la polemica sul caso Stamina | Lorenzin: “Profili giudiziari inquietanti”

| giovedì 19 Dicembre 2013 - 16:44

Torna ad accendersi la polemica sul caso Stamina. Dopo le proteste, talvolta eclatanti, per accedere alle cure, adesso arrivano nuove e inquietanti rivelazioni.

“Nelle infusioni non c’è traccia di cellule staminali”, riporta un articolo de La Stampa che cita i verbali dei Nas e il parere del comitato di esperti del Ministero “dai quali emerge anche il rischio di trasmissione di malattie infettive, dall’Hiv al morbo della mucca pazza”.

La relazione del comitato ministeriale è in parte ancora avvolta nel silenzio mentre il presidente del Senato Piero Grasso ha autorizzato l’avvio dell’indagine conoscitiva della Commissione Igiene e Sanità sul metodo Stamina.

“Bisogna dare una risposta definitiva in tempi brevi ai malati su questa vicenda che, ormai, ha assunto profili giudiziari inquietanti – ha commentato il ministro della Salute Beatrice Lorenzin -. Io non posso parlare del metodo Stamina perché sono tenuta a un vincolo di riservatezza”. Dovrebbe arrivare in tempi brevi anche la nomina del nuovo comitato di esperti che dovrà valutare la possibilità di avviare una sperimentazione. Nel frattempo il governo ha deciso di non presentare ricorso contro l’ordinanza del Tar del Lazio.

Secondo quanto riporta il quotidiano torinese nel protocollo Stamina verrebbe utilizzato siero bovino per la coltura delle cellule: ciò non è vietato purché il siero provenga da animali di Paesi privi di Bse. Secondo il comitato scientifico “nessuna di queste informazioni è presente nei documenti pervenuti”.

“Siamo al ridicolo: il protocollo Stamina si basa sull’utilizzo di cellule staminali molto pure, che sono tra l’altro caratterizzate e documentate presso gli Spedali Civili di Brescia – è la replica di Davide Vannoni, presidente di Stamina, alle dichiarazioni riportate su La Stampa-. La conferma è contenuta nelle cartelle biologiche di ogni paziente”.

Vannoni sostiene che il comitato scientifico “non ha fatto alcuna valutazione della quantità di cellule staminali presenti nelle infusioni, avendo solo valutato il metodo sulla carta”. E sulla qualità delle cellule dice: “Questi presunti esperti non hanno trovato una proteina, il Cd105, che secondo parte della letteratura dovrebbe indicare la presenza di cellule staminali mesenchimali. Nelle nostre non c’è. Secondo molti scienziati la proteina indica solo che le staminali sono indirizzate a diventare osso. Ma noi non vogliamo che questo accada, noi le trasformiamo in neuroni, per questo la proteina non c’è”.

 

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