L’assessore Bianchi elogia la “sua” Finanziaria e attacca l’opposizione | “Il no al salva-imprese è soltanto colpa loro” /VIDEO

di Gabriele Ruggieri

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L’assessore Bianchi elogia la “sua” Finanziaria e attacca l’opposizione | “Il no al salva-imprese è soltanto colpa loro” /VIDEO

| mercoledì 15 Gennaio 2014 - 16:01

L’assessore all’Economia della Regione siciliana, Luca Bianchi, è raggiante nel comunicare quella che, a detta dei membri del governo Crocetta, ha il sapore di vittoria: da tempo, infatti, non si riusciva ad approvare una manovra rientrando nei tempi e scongiurando l’esercizio provvisorio.

“Una finanziaria non ragioneristica, che mette i conti a posto, ma esce dalla dimensione politica – spiega l’assessore. – Molto si è parlato nelle ultime settimane di eventuali squilibri interni, ma si è continuato in un regime di assoluta trasparenza sulle entrate. Il nostro lavoro è stato molto concentrato sulla valutazione delle entrate. La nostra valutazione tecnica è molto dettagliata. Per la prima volta non c’è un euro nel bilancio regionale ricavato da eventuali o fantomatiche cessioni del patrimonio immobiliare e questo è un importante elemento di credibilità”.

“La manovra complessivamente vale un milardo e mezzo di euro – dice l’assessore all’Economia. – I tagli di autorizzazione di spesa sono quelli previsti nell’allegato, circa 320 milioni, intervento molto faticoso, il più duro da portare avanti, ma che ha garantito la copertura per l’avvio dei processi di stabilizzazione del personale precario”.

Unico neo? “Manca un miliardo di euro, il famoso mutuo a tasso superagevolato – dice Bianchi – per pagare i debiti delle imprese. Sarebbe stata la ciliegina sulla torta, ma la responsabilità è totalmente delle opposizioni, che hanno voluto fare una battaglia di principio cercando di non farci completare il complesso dell’intervento, anche se siamo convinti di poterlo riproporre nei prossimi giori, anche perché non farlo andrebbe a scapito delle imprese siciliane”.

Capitolo partecipate: “Troppo spesso – ha aggiunto Bianchi – abbiamo avuto annunci relativi alla riduzione delle partecipate, ma non credo che sia importante. Non è che la riduzione di per sé significhi una diminuzione dei costi, la cosa più importante è la possibilità di trasferimento tra le partecipate, in questo modo i dipendenti potranno essere impiegati nei posti in cui sono più utili. Fondamentale è anche l’unificazione dei processi di liquidazione, che implica il non avere più sedi e affitti”.

Per Bianchi per evitare di infierire ancora sull’indebitamento della Regione, tuttavia, “è necessario non cadere nel fare altri debiti: non fare nuovo disavanzo e stilare dei conti che siano credibili. Noi siamo arrivati da poco, gli altri c’erano da prima, cercheremo di dimostrare che il nostro bilancio è forte e credibile. Il patrimonio regionale può rafforzare la posizione economica della Regione, ma di certo non è sfruttabile per fare cassa nel breve”.

“Il percorso riformista va per passi successivi – continua -. Alcune cose sono state fatte in maniera meno rapida del previsto, altre in maniera più rapida, come l’operazione sui consorzi di bonifica: una riforma che si aspettava da decenni e che non avevamo neanche annunciato. Alcune norme il percorso parlamentare le ha migliorate, altre un po’ meno, ma – assicura Bianchi – c’è molto di rivoluzionario in questa Finanziaria, ancor più di quanto non ce ne fosse l’anno scorso”.

È la volta di Dario Cartabellotta, l’assessore all’Agricoltura, interpellato sui consorzi di bonifica: “L’acqua, insieme alla terra e al credito è parte centrale di questa finanziaria. I consorzi nacquero grazie a una legge di riforma del 1995, che di fatto non ha portato benefici. Una battuta che circolava negli anni ’70 diceva che ‘le dighe non si fanno per la sete, ma si fanno per la fame’, con riferimento ai posti di lavoro che creavano. Oggi il problema dell’acqua è un problema impellente i consorzi, così come sono stati riformati, daranno sicuramente la possibilità di distribuire meglio l’acqua senza alcun aumento delle tariffe attuali. Il problema non è aumentare il pagamento del servizio, ma far sì che chi questo servizio lo riceve lo paghi”.

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