Fiat, ministro Zanonato avverte Marchionne: | “Sede produttiva primaria rimanga in Italia”

di Redazione

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Fiat, ministro Zanonato avverte Marchionne: | “Sede produttiva primaria rimanga in Italia”

| mercoledì 05 Febbraio 2014 - 16:47

Dalla Fiat vengono notizie di scelte di mercato e produttive “certamente importanti e condivisibili, che tuttavia lasciano ancora senza risposta il problema dell’occupazione nel breve e medio periodo, l’obiettivo è che indipendentemente dove si situi la sede rimanga in Italia la sede produttiva di primaria importanza e il centro dello sviluppo di nuove produzioni e di nuove competenze”. Così il ministro dello Sviluppo economico, Flavio Zanonato risponde alla Camera a un’interrogazione della deputata Mara Mucci del Movimento 5 stelle che ha chiesto l’istituzione di una commissione d’inchiesta su Fiat.

“La Fiat rappresenta un elemento fondamentale per lo sviluppo del sistema industriale italiano che ha affrontato una sfida globale con l’acquisizione del 100 per cento di Chrysler anche grazie alle capacità di tecnologia e di ingegneria del nostro paese, ho sollecitato l’amministratore delegato a chiarire al più presto le prospettive che si aprono per gli impianti del gruppo, soprattutto quelli sottoutilizzati” ha detto ancora Zanonato che ha ribadito la disponibilità del governo a sviluppare “un sistema coerente di supporti sistemici, facilitazioni alle esportazioni, forte sostegno alla ricerca e all’innovazione, facilitazioni all’apertura di nuovi mercati particolarmente interessati al segmento alto di gamma”.

La parte salariale ostacola la trattativa tra Fiat e sindacati in corso all’Unione Industriale di Torino. Pur non essendoci una rottura vera tra le parti, al termine dell’incontro svoltosi oggi, non è stata fissata, infatti, una nuova data per rivedersi. Le parti rimangono ferme al momento sulle proprie posizioni: i sindacati ritengono non sia possibile chiudere l’accordo senza un risultato economico, l’Azienda, da parte sua, visto l’andamento sul mercato europeo dello scorso anno, il protrarsi della cig in diversi stabilimenti e gli investimenti avviati, non ritiene possibile al momento un aumento salariale.

Intanto lunedì prossimo la Uilm riunirà a Roma tutti i segretari provinciali dell’ organizzazione dove sono ubicati i siti di Fiat Auto e Fiat Industrial “per valutare il da farsi”. Lo ha annunciato Rocco Palombella, segretario generale della Uilm, dopo aver appreso l’esito del tavolo contrattuale a Torino tra i vertici del Gruppo industriale in questione e le delegazioni sindacali. “Quanto espresso dall’azienda – ha ribadito Palombella – non e’ condivisibile da parte nostra. Il fatto che non ci sia alcun aumento salariale a causa dell’andamento ancora difficile del mercato dell’auto e del ricorso alla cassa integrazione a nostro giudizio e’ una motivazione che non puo’ reggere”.

“Siamo in presenza del rinnovo di un contratto nazionale e non di un rinnovo relativo ad un contratto di secondo livello – prosegue Palombella – Quindi, sulla base delle richieste economiche espresse nella nostra piattaforma rivendicativa, ci sarebbero tutte le condizioni per un rinnovo che copra gli indici inflattivi. La Fiat si e’ assunta una precisa responsabilità a cui il sindacato dovrà rispondere nei tempi e nei modi appropriati. Per un gruppo che sta per affrontare la competizione internazionale, il rinnovo contrattuale nel Paese, che costituisce il cuore progettuale e storico del ‘brand’ di riferimento, può esser il miglior biglietto da visita sui mercati esteri. La Fiat – conclude – pare volerci rinunciare. Il sindacato esprime, invece, un parere opposto”.

In Fiat i risultati del ‘metodo Marchionne’ “non si vedono, non mi pare che siamo di fronte a veri investimenti di Fiat nel nostro Paese: se guardiamo ad esempio a Termini Imerese e a Irisbus, parliamo di fabbriche che sono state chiuse. Parliamo di gente in cassa integrazione”. A dirlo il segretario generale della Fiom-Cgil, Maurizio Landini, ospite de “L’Economia Prima di Tutto” su Radio1 Rai.

Al leader della Cisl Raffaele Bonanni, che ha citato il metodo Fiat come strada da seguire anche nella vertenza Electrolux, Landini risponde: “sono ricette che sarebbe bene venissero tolte. Anche perché i risultati non si vedono. Quel ‘modello Marchionne’ non ha prodotto il mantenimento delle produzioni nel nostro Paese, non è quella la strada da seguire, meglio che Bonanni anziché seguire cose inutili pensi a come difendere diritti e tutele delle persone che lavorano”, attacca Landini.

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