Il decreto “svuota carceri” ottiene la fiducia | Caos in Aula, il leghista Buonanno con le manette

di Redazione

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Il decreto “svuota carceri” ottiene la fiducia | Caos in Aula, il leghista Buonanno con le manette

| mercoledì 05 Febbraio 2014 - 09:52

Il decreto “svuota-carceri” passa il primo scoglio. Ieri notte ha ottenuto la fiducia dalla Camera con 347 voti a favore e 200 contrari. Ma è stato caos in aula, con l’opposizione che ha inscenato proteste plateali. Contrari al decreto il Movimento 5 Stelle, Sel, Fratelli d’Italia, Forza Italia e Lega Nord.

Il leghista Gianluca Buonanno ha sventolato in aula le manette. “A titolo personale”, ha affermato l’onorevole. Buonanno ha esposto anche un cartello con scritto: “Il Pd complice dei mafiosi”. Il presidente di turno Luigi Di Maio lo ha richiamato all’ordine per due volte e poi lo ha espulso dall’emiciclo. I 5 Stelle hanno invece sfilato davanti ai banchi della presidenza con la Costituzione, mentre i deputati di Sel avevano in mano il libro di Corrado Augias, “bruciato” su Facebook da un grillino. La delegazione leghista al Parlamento europeo ha anche chiesto le dimissioni del presidente Napolitano.

I leghisti hanno anche esibito cartelli con la scritta “No al libera-criminali” e “No al libera-mafiosi”. Il Nuovo Centrodestra di Alfano ha votato a favore del decreto del governo, ma il deputato di Ncd Alessandro Pagano ha ribadito che il partito “non condivide in toto il dl”. Ma vediamo le novità principali di questo decreto.

I braccialetti elettronici non saranno più l’eccezione, ma una regola. Sarà il giudice a prescriverli in ogni caso, valutando caso per caso. Per i reati di “piccolo spaccio” viene meno il rischio che la valutazione di aggravanti, come la recidiva, porti pene sproporzionate. Cade il divieto di disporre per più di due volte l’affidamento terapeutico al servizio sociale dei condannati tossico-alcool dipendenti.

Si spinge fino a quattro anni il limite di pena che consente l’affidamento in prova ai servizi sociali, ma su presupposti più gravosi rispetto all’ipotesi ordinaria che resta tarata sui tre anni. Si rafforzano inoltre i poteri d’urgenza del magistrato di sorveglianza. In via temporanea sale da 45 a 75 giorni a semestre la detrazione di pena concessa con la liberazione anticipata. L’ulteriore “sconto”, che comunque non vale in caso di affidamento in prova e detenzione domiciliare, è tuttavia applicato in seguito a valutazione sulla “meritevolezza” del beneficio. Sono in ogni caso esclusi i condannati per mafia o per altri gravi delitti.

Acquista carattere permanente la disposizione che consente di scontare presso il domicilio la pena detentiva non superiore a diciotto mesi. Restano ferme, peraltro, le esclusioni già previste per i delitti gravi o per altre particolari circostanze.

È ampliato il campo dell’espulsione come misura alternativa alla detenzione. Non solo vi rientra lo straniero che debba scontare due anni di pena, ma anche chi è condannato per un delitto previsto dal testo unico sull’immigrazione purché la pena prevista non sia superiore nel massimo a due anni e chi è condannato per rapina o estorsione aggravate.

Il via libera finale di Montecitorio, concluso l’esame degli ordini del giorno, avverrà molto probabilmente oggi. L’esame del decreto passerà poi al Senato che dovrà dare il via libero definitivo entro la scadenza del dl del prossimo 21 febbraio.

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