Prostituzione, tratta di nigeriane: 34 arresti | Ragazze violentate per testarne “la resistenza”

di Redazione

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Prostituzione, tratta di nigeriane: 34 arresti | Ragazze violentate per testarne “la resistenza”

| mercoledì 05 Febbraio 2014 - 08:00

Giovani nigeriane fatte arrivare in Italia direttamente dall’Africa e costrette, con la violenza, a prostituirsi. Sono 34 le persone facenti capo alla mafia nigeriana arrestate questa mattina nell’ambito dell’operazione “Cults” condotta dal Ros e dal Comando provinciale dei carabinieri di Roma.

Le accuse sono di vario tipo: associazione di tipo mafioso e associazione finalizzata al traffico di droga, aggravati dalla transnazionalità del reato, riduzione in schiavitù, tratta di esseri umani, favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, sfruttamento della prostituzione, riciclaggio e altri gravi delitti.

Grazie alla cooperazione internazionale instaurata con le autorità della Repubblica del Togo è stato possibile ricostruire l’intera filiera della tratta di giovani donne.

Alle famiglie delle ragazze in Africa, all’atto dell'”ingaggio”, andavano 12mila euro, ma il debito delle ragazze, una volta in Italia, lievitava fino a 70 mila, da estinguere prostituendosi sui marciapiede della periferia sud della capitale. “Per assoggettarle psicologicamente – spiega il generale Pasquale Angelosanto, vicecomandante del Ros – prima della partenza le giovani vittime venivano sottoposte a riti vodoo con tanto di sacrifici animali e minacce di ritorsione sui parenti”.

“Le giovani, reclutate in base alle loro caratteristiche fisiche – prosegue il generale Angelosanto – prima di arrivare via Libia nel nostro Paese facevano tappa in Togo, dove di regola venivano violentate ripetutamente per ‘testarne’ la resistenza. La frequenza delle prestazioni sessuali alle quali erano costrette in Italia permetteva a molte di loro di estinguere il debito in appena 9-10 mesi, ma spesso la libertà promessa non veniva raggiunta anche perchè le ragazze avevano nelle ‘madame’ dell’organizzazione (9 quelle finite in manette stamattina, ndr) l’unico punto di riferimento”: così diverse hanno finito per accettare un ruolo di controllo all’interno del racket, e qualcuna è cresciuta in grado fino a diventare a sua volta ‘madame'”.

“Da tempo – ricorda il colonnello Salvatore Luongo, comandante provinciale di Roma – monitoravamo gruppi criminali nigeriani presenti soprattutto a Tor Bella Monaca, Casilina e Prenestina, ma è nel marzo di tre anni fa che le loro rivalità interne sono esplose in scontri e aggressioni, anche molto cruenti, che all’inizio erano apparsi isolati e che invece si sono rivelati gli atti di una vera e propria guerra per il controllo dello sfruttamento della prostituzione e del traffico di stupefacenti”.

Oltre a Roma, gli interventi hanno interessato le province di Torino, Parma, Firenze e Imperia: contestualmente è stato eseguito il sequestro preventivo di beni immobili, attività commerciali, money transfer, auto e soldi per un totale di almeno due milioni di euro. Due dei nigeriani destinatari della misura cautelare erano già detenuti in Togo, arrestati quando, in una prima fase delle indagini, erano state liberate sei ragazze prigioniere in una casa e prossime a partire per l’Italia.

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