Truffa al Civico, chieste condanne per i primari | Sette anni al cardiologo Cipriani

di Redazione

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Truffa al Civico, chieste condanne per i primari | Sette anni al cardiologo Cipriani

| giovedì 06 Febbraio 2014 - 16:57

Sette anni di carcere ciascuno per l’imprenditrice Anna Claudia Leonardi e per il cardiologo Adriano Cipriani, 4 per il dipendente della società Emolife, Salvatore Colletto, e 6 per la mamma che avrebbe mandato per via telematica immagini di nudo della propria figlia di 13 anni.

Sono le richieste che il pm Caterina Malagoli ha avanzato alla prima sezione del tribunale di Palermo, presieduta da Fabrizio La Cascia, nel processo sulle presunte corruzioni del “sistema” che avrebbe fatto capo a Carlo Marcelletti, il cardiochirurgo pediatrico morto suicida tre anni e mezzo fa, prima che iniziasse il processo.

Secondo l’accusa, in cambio di denaro Marcelletti avrebbe pilotato sistematicamente le gare per le forniture, agevolando le aziende guidate dall’imprenditore Giuseppe Castorina (che poi ha collaborato con i pm ed è stato condannato col patteggiamento) e dalla Leonardi.

Assieme a lui un ruolo lo avrebbero ricoperto il cardiologo Cipriani, collaboratore del chirurgo marchigiano, Mario Re, ex primario della Rianimazione del Civico, e Giustino Strano, primario del servizio di Medicina iperbarica. Per Re e Strano la Procura aveva già chiesto, in una precedente udienza, la condanna a otto anni ciascuno.

Nell’udienza di oggi sono intervenute anche le parti civili: l’avvocato Giuseppe Di Peri, per conto dell’azienda ospedaliera Civico, ha chiesto un risarcimento di tre milioni e mezzo, mentre l’avvocato dello Stato Giacomo Ciani ha chiesto un milione e mezzo per l’assessorato alla Salute della Regione Sicilia. Nel processo c’è anche l’ipotesi di traffico telematico di materiale pedopornografico, perché Marcelletti, spacciandosi per il proprio figlio trentenne, avrebbe intrecciato un rapporto di scambio di immagini con una ragazzina: e a mandare le foto della tredicenne sarebbe stata la madre, per la quale oggi è stata chiesta una condanna severa.

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