Sesso con minorenni, indagine choc | È “accettabile” per 1 italiano su 3

di Redazione

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Sesso con minorenni, indagine choc | È “accettabile” per 1 italiano su 3

| domenica 09 Febbraio 2014 - 14:39

L’incontro sessuale tra un minore e un adulto è ritenuto “accettabile” da oltre un italiano su 3 (38%). Tra gli over 45, sono molti coloro che si affacciano alla rete per colmare un importante vuoto relazionale e affettivo della vita reale: il 37% degli italiani infatti afferma di utilizzare il web – soprattutto i social network – per conoscere persone disponibili a fare amicizia o ad intrattenere un rapporto di affetto o amore. Il 28% degli adulti ha tra i propri contatti adolescenti che non conosce personalmente.

L’81% degli italiani pensa che le interazioni sessuali tra adulti e adolescenti siano diffuse e trovino in internet il principale strumento per iniziare e sviluppare la relazione, che può sfociare nell’incontro fisico. Un italiano su 10 attribuisce la responsabilità dell’iniziativa di contatto agli adolescenti.

È questo lo scenario molto inquietante che emerge dall’ultima indagine Ipsos per Save the Children, realizzata in occasione del Safer Internet Day 2014, la giornata dedicata dalla Commissione Europea alla sensibilizzazione dei più giovani ad un uso corretto e consapevole della rete.

Sulla scia dei sempre più numerosi episodi di interazione a sfondo sessuale tra minori e adulti, che spesso hanno trovato terreno fertile nella rete, quest’anno Save the Children ha scelto di approfondire il fenomeno concentrandosi sulla percezione che gli adulti hanno dei ragazzi, dei modelli comportamentali – propri e di questi ultimi – in ambito sessuale e relazionale, nonchè il grado di accettazione sociale della relazione tra un adulto e un minore.

“Nella nostra esperienza di lavoro sul campo coi ragazzi, veniamo spesso a conoscenza di tentativi di interazione da parte di un adulto con un minore, uno dei motivi che ci ha spinto ad indagare in profondità un fenomeno come quello di un’interazione a sfondo sessuale tra giovani e adulti, anche attraverso le nuove tecnologie. Ma non ci aspettavamo un grado di tolleranza così alto dei rapporti da parte l’opinione pubblica che, a nostro avviso, prelude ad un’accettazione di una deresponsabilizzazione e di un disimpegno degli adulti rispetto al loro ruolo nei confronti degli adolescenti” commenta Valerio Neri, Direttore Generale di Save the Children. “Ci rivolgiamo dunque alla società civile, così come a tutti gli attori coinvolti: gli adulti tutti, gli adolescenti, i media, le istituzioni e gli organi di controllo al fine di innescare un dibattito continuativo sul ruolo educativo e sulle responsabilità degli adulti in genere, che siano o meno genitori, nei confronti degli adolescenti”, conclude Valerio Neri”.

Il 49% degli intervistati attribuisce agli adulti la responsabilità dell’iniziativa di contatto nell’interazione con un adolescente, ma secondo il 41% anche gli adolescenti hanno una parte attiva nell’iniziativa del contatto (per il 33% condividono questa responsabilità con gli adulti, mentre per quasi 1 italiano su 10, sono i ragazzi i principali responsabili).

I ragazzi di oggi sono considerati infatti dagli italiani più disinvolti nell’approccio con gli adulti (48%) e sessualmente più precoci (61%), ma comunque impreparati nel gestire una relazione sessuale con una persona matura (36%). Per contro, per 1 intervistato su 100, la relazione sessuale con un adulto potrebbe addirittura essere formativa per il minore.

La consapevolezza e la parziale accettazione delle relazioni di natura sessuale tra adulti e minori, tuttavia, non esclude il giudizio sugli adulti che intraprendono relazioni di natura sessuale con adolescenti, ritenuti irresponsabili dal 51% degli intervistati o emotivamente immaturi (34%).

 “Il tema è molto complesso e trova la sua sintesi nella relazione sbilanciata tra mancanza totale o carenza di senso di responsabilità di un certo tipo di adulti di oggi, e l’atteggiamento degli adolescenti, sicuramente più precoci e sicuri di sé nel modo di proporsi, ma fondamentalmente ancora sprovvisti di una impalcatura emotiva e relazionale solida. – afferma Valerio Neri, Direttore Generale di Save the Children Italia – Quando il terreno di gioco, o magari proprio l’inizio stesso della partita, diventa la rete, un adolescente, per quanto disinvolto nell’utilizzo della tecnologia, nell’esperienza di relazione parte svantaggiato, e più facilmente può cadere in relazioni pericolose.”

Un adulto che avvicina un giovane a scopi affettivi o sessuali è ritenuto irresponsabile ed emotivamente immaturo da quasi 3 italiani su 4 e potrebbe preferire questo tipo di legame per poter esercitare un ruolo di potere o di dominanza verso qualcuno più debole (22%), magari a causa di altrettanta immaturità emotiva, non sapendo portare avanti un rapporto con un pari (21%), posizione espressa soprattutto dalla componente femminile (26%). Tuttavia, alla maggior parte degli adulti è molto chiaro il potenziale di contatto e di pericolo offerto dalla rete ai giovani. L’incontro sessuale tra giovani e adulti a partire dalla rete è un fenomeno diffuso per i più (81%), facilitato anche dalla scarsa selettività degli adolescenti nel concedere “l’amicizia” a sconosciuti, che pone i ragazzi di fronte al pericolo di entrare in contatto con persone dalle cattive intenzioni (51%), preoccupazione nutrita soprattutto dai genitori con figli nella fascia d’età 0-17 (55%).

Quando invece si tocca lo spinoso tema dell’interazione sessuale di un minore con un adulto, per ben il 38% degli intervistati è accettabile sempre (20%) o ad alcune condizioni (18%), quali ad esempio il consenso da parte dell’adolescente (10%), la consapevolezza ed approvazione della famiglia del ragazzo/a (6%), il fatto che l’adolescente possa essere più maturo della media (5%). Addirittura 1 italiano su 100 pensa che possa essere un’occasione di apprendimento per l’adolescente. Presso gli italiani prevale comunque un generale atteggiamento di condanna nei confronti di un incontro di tipo sessuale tra i due mondi (62%), forse perché temono che dietro si possa celare un “disturbo di personalità” della persona adulta (42%), una vera e propria “malattia” (39%), la necessità di stabilire un rapporto di potere e di dominanza con una persona più debole (22%) per far fronte alle proprie insicurezze, o l’incapacità di gestire un rapporto con un pari (21%).

Analizzando le ragioni che spingono un adulto ad intrecciare una relazione – virtuale o reale – con un adolescente, si intercettano risposte “giustificative”, che vanno dalla ricerca delle propria giovinezza (11%) alla novità dell’esperienza (8%), o il puro piacere di stare con una persona giovane e piena di vita (5%), la “sana” (2%) e “semplice” (4%) curiosità, o anche l’innamoramento (4%). C’è poi un segmento di adulti abbastanza significativo (9%) che giustifica in ogni caso questo tipo di interazione, spostando la responsabilità fuori dall’adulto perché inconsapevole dell’età reale (6%), o perché incapace di resistere ad una richiesta esplicita da parte dell’adolescente (3%).

Secondo il 58% degli intervistati, episodi di incontri sessuali a rischio con una persona adulta possono capitare comunque e ovunque a qualsiasi adolescente, a prescindere dai contesti e dagli ambienti di nascita e di riferimento, mentre un residuo 42% ritiene che alcune condizioni personali possano predisporre maggiormente un giovane ad un’interazione sessuale con un adulto. Tra le principali motivazioni in tal senso, la mancanza di un ambiente familiare equilibrato e di affetto tra le mura domestiche che contribuirebbero all’adozione di comportamenti sessualmente rischiosi (11%), di cultura e di informazione (11%), di sicurezza economica (7%) o, ancora, una generale accettazione culturale e sociale, da parte della famiglia e dei propri contesti di riferimento (7%).

Save the Children da anni lavora con programmi di sensibilizzazione e formazione nelle scuole anche attraverso l’applicazione di metodologie innovative come la peer education, e porta avanti progetti specifici di ricerca e di contrasto a fenomeni inerenti l’abuso sessuale online dei minori, e attività di ricerca e analisi delle dinamiche relative a questa specifica tipologia di abuso (progetti specifici sulle vittime e sugli abusanti).

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