Il Trapani dei siciliani come il Palermo dei picciotti. I granata sognano l’impresa

di Vito Orlando

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Il Trapani dei siciliani come il Palermo dei picciotti. I granata sognano l’impresa

| martedì 18 Febbraio 2014 - 16:25

Un filo d’Arianna lega il Trapani di Boscaglia, che sta sorprendendo tutti gli addetti ai lavori in questa sua prima stagione di B, a quello che finora era stato considerato il “miglior Trapani” degli ultimi 50 anni, quello di Arcoleo, stagione 1994/95, che sfiorò la promozione in B, cedendo solo al 94′ al Gualdo di Novellino, che proprio sabato scenderà con il suo Modena al Provinciale.

Allora come oggi era un Trapani “siciliano”, a partire dal tecnico, fino ai giocatori: Giovanni Guaiana, Vito Incrivaglia, Francesco Galioto, Salvatore Tedesco, Filippo Cavataio, Vincenzo Italiano, Tanino Capizzi, Nino Barraco.

E l’anno successivo Arcoleo torna, da tecnico, in rosanero, per creare quello che viene ricordato come il “Palermo dei picciotti”, nato attingendo a piene mani dai “picciotti” che avevano vestito con lui il granata come Galeoto e un altro allievo del tecnico di Mondello come Tanino Vasari, che l’anno precedente era stato mandato ad Acireale in B a fare esperienza. E con tanti altri siciliani: Giovanni Ignoffo, il fratello di Salvatore, Giacomo Tedesco, Giuseppe Compagno, Gaetano Lo Nero, Giorgio Lucenti, Massimiliano Pisciotta, Angelo Tasca e un giovanissimo Alessandro Parisi. In quella squadra, che giunse a sorpresa al settimo posto, anche l’attuale tecnico rosanero Beppe Iachini.

Come Arcoleo, che aveva allenato sui campi di Mazara, Akragas e Trapani, anche Boscaglia ha guidato solo squadre siciliane: Akragas, Alcamo e Nissa.

Ed eccoli i siciliani del Trapani: Antonino Daì (Salemi), Giuseppe Pirrone (Alcamo), Gaetano Dolenti (Caltanissetta), Ciccio Lo Bue, (Palermo), Desiderio Garufo (Grotte), Giusto Priola (Palermo), Cristian Caccetta (Partinico), Maurizio Ciaramitaro (Palermo), e il siculo-tedesco Salvatore Gambino.

Alcuni, come Daì, sono con Boscaglia fin dall’Eccellenza, passando poi per la D, la 2ª e la 1ª Divisione, altri sono arrivati ad ogni promozione.

Una sicilianità che rende questa squadra ancor più ambasciatrice di quanto di positivo c’è in questa terra. La speranza di tutti i tifosi granata è che la squadra riesca ad emulare, e magari a superare, i risultati conseguiti dal Palermo dei picciotti. Vorrebbe dire solo una cosa: quella parola che al momento nessuno vuole ancora pronunciare, promozione.

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