Crocetta apre all’ipotesi di avvicendamenti in giunta | “Ma solo dopo l’approvazione della riforma delle province”

di Redazione

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Crocetta apre all’ipotesi di avvicendamenti in giunta | “Ma solo dopo l’approvazione della riforma delle province”

| lunedì 24 Febbraio 2014 - 17:25

Sulla giunta Crocetta l’ombra del rimpasto è come un fantasma difficile da mandare via. Il governatore, infatti, mentre da un lato è sempre più incalzato da alleati e presunti tali, dall’altro Crocetta appare sempre più evasivo nelle sue risposte e rimanda tutto a riforma delle province approvata.

Il presidente della Regione siciliana è tornato sull’argomento giusto oggi, a margine della conferenza stampa all’Asp di Palermo, dove ha, ancora una volta, ribadito l’inappropriatezza di utilizzo del termine “rimpasto”, parola dal sapore arcaico per Crocetta, che invece, a suo dire pensa a un “criterio di miglioramento e sicuramente non con criteri di lottizzazioni”.

“Ci sono troppe resistenze nella politica che non vuole innovare, invece noi dobbiamo andare avanti e innovare e spiegheremo che non taglieremo teste, lo faremo nel pieno rispetto delle persone – dice Crocetta affrontando anche il tema nomina manager della sanità. L’unico nome certo sembra essere quello del commissario straordinario dell’Asp 6 Antonio Candela, come conferma lo stesso Crocetta – Ha lavorato bene gli altri nomi li faremo tra la fine del mese e l’inizio di marzo”.

Il governatore vuole prendere tempo e annuncia che passerà ancora qualche giorno, per evitare “di introdurre elementi di fibrillazione in un momento difficile della politica”.

Nel frattempo domani si torna in aula per parlare di riforma delle Province. Una legge martoriata dagli agguati in aula. il governo è stato sconfitto già tre volte su questa materia ed un accordo ancora non c’è. “Certamente non ci sarà nessun accordo – conferma Crocetta – non possono pensare di scassarci la riforma e poi venire ad un accordo. Se l’opposizione ha voglia di dialogare lo deve dimostrare adesso votando la riforma. Comincino a dare il loro assenso sulle province e sulle città metropolitane. Ma se dialogo vuol dire come dividersi i manager della Sanità, sicuramente non ci sto. Non pensino che il dialogo è come collocare i loro uomini, il dialogo può avvenire solo sulle riforme”.

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