L’imprenditore Andrea Cottone fu ucciso e sciolto nell’acido | Risolto dopo 12 anni un caso di lupara bianca a Villabate

di Redazione

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L’imprenditore Andrea Cottone fu ucciso e sciolto nell’acido | Risolto dopo 12 anni un caso di lupara bianca a Villabate

| mercoledì 19 Marzo 2014 - 09:35

Risolto dopo quasi 12 anni il giallo di un omicidio di mafia avvenuto a Villabate, nel Palermitano, con il metodo della “lupara bianca”. Sono stati i collaboratori di giustizia a ricostruire le ultime ore di vita dell’imprenditore di Villabate Andrea Cottone, ucciso e sciolto nell’acido nel 2002.

I carabinieri, coordinati dalla Direzione distrettuale antimafia hanno arrestato Ignazio Fontana, di 41 anni, Onofrio Morreale, di 48, e Michele Rubino, di 54. Fontana e Morreale sono detenuti dal 25 gennaio 2005, dopo l’operazione Grande Mandamento che smantellò la rete di fiancheggiatori del boss Bernardo Provenzano; Rubino è stato arrestato questa notte.

I carabinieri sono riusciti a fare luce sull’omicidio grazie alle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia come Mario Cusimano, Stefano Lo Verso e Sergio Flamia. Andrea Cottone il 6 settembre del 1995 era stato arrestato per associazione mafiosa perchè ritenuto ‘capodecina’ della ‘famiglia’ di Villabate. Nel 1999, dopo la sua scarcerazione, aveva continuato ad essere vicino alla cosca dei Montalto, reggenti della famiglia mafiosa di Villabate. Già in quel periodo sarebbe stata chiesta l’autorizzazione a uccidere Cottone; secondo gli investigatori, Biagio Picciurro e Salvatore Pitarresi (alla guida di una cosca rivale) avrebbero ottenuto il via libera da Bernardo Provenzano solo dopo l’arresto dei Montalto.

Il 13 novembre del 2002 l’imprenditore venne accompagnato a bordo della propria auto al ristorante minigolf di Ficarazzi, apparentemente per discutere con Onofrio Morreale su alcuni furti ai danni dello stesso Cottone. Da quel giorno si persero le sue tracce. La moglie presentò denuncia di scomparsa. Due settimane dopo l’autovettura dell’imprenditore fu trovata a Termini Imerese regolarmente parcheggiata. Secondo il racconto dei pentiti ad attendere Cottone al minigolf, c’erano le tre persone destinatarie dell”ordinanza di custodia cautelare notificata oggi. Il commando avrebbe dovuto eliminare anche la persona che aveva accompagnato l’imprenditore. Ma l’uomo si salvò perchè il killer si accorse che in quel momento c’era un testimone.

Per Cottone, invece, non ci fu scampo: venne strangolato con una cintura e il suo corpo fu sciolto nell’acido in un deposito di marmi di Bagheria. Lo stesso pomeriggio nel mare di Aspra vennero buttati in mare anche alcuni oggetti che appartenevano a Cottone. Il commando prima di ucciderlo avrebbe dovuto interrogarlo per sapere se il clan Montalto aveva intenzione di dichiarare guerra alla cosca rivale capeggiata da Nicola Mandalà. A distanza di qualche anno dall’omicidio lo stesso Onofrio Morreale avrebbe confidato in dialetto: “Siamo stato noi a soffocarlo…”.

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