I papà italiani e la “sindrome di Calimero”: molti si sentono trattati come un Bancomat

di Francesco Reina

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I papà italiani e la “sindrome di Calimero”: molti si sentono trattati come un Bancomat

| mercoledì 19 Marzo 2014 - 13:15

Otto papà su dieci soffrono della “sindrome di Calimero”: ad affermarlo è uno studio di “Found!” condotto in occasione della festa del papà su circa 600 uomini con figli adolescenti, basandosi sul monitoraggio di blog, social network, forum e community dedicate.

Nel 26% dei casi, i genitori maschi si sentono esclusi dal rapporto madre-figlio, il 21% si sente ignorato, il 37% tenuto a distanza e considerato solo in certe situazioni, il 33% ammette di avere non pochi problemi di rapporti con i figli, cosa che accade soprattutto con i maschi (43%), con i quali sembra esserci veramente poco dialogo o complicità, mentre il 34% si sente trattato “come un Bancomat”. Il 45% si rammarica poi di vedere messe da parte le loro esigenze, anche se sarebbe sufficiente una maggiore condivisione in famiglia per riscoprire la gioia provata all’annuncio di essere in procinto di diventare papà: questo è stato per oltre la metà di loro, per l’esattezza il 54%, il momento più bello della vita.

Soffermandosi poi sul 19 novembre, il 41% del campione di papà italiani vorrebbe farsi coccolare e viziare un po’, magari ricevendo un regalo che li faccia sentire al centro dei pensieri dei propri familiari: nel dettaglio, il 64% sostiene di non volere un regalo “seriale” mentre il 55% rifiuta anche gli oggetti utili. I genitori, nel 61% dei casi, vorrebberoqualcosa che sia legato a una sua passione, hobby, o ,ancora meglio, qualcosa da condividere con tutta la famiglia.

“Essere papà oggi è difficile più che mai, soprattutto nel trovare il modo di conciliare il lavoro con la famiglia – spiega lo psichiatra Michele Cucchi, direttore sanitario del Centro medico Santagostino di Milano – È un’alchimia, e spesso ne risente il proprio equilibrio interiore. Troppo spesso – sottolinea – i papà lottano come in un film muto, senza dare voce al proprio dissidio interiore, con la fatica di trovare un modo per gestire tutto e tutti. La parità di ruoli potrebbe essere interpretata come la possibilità di schierarsi in prima linea, inserendosi nella routine dei bisogni e delle mansioni, libero di mostrarsi fragile e spaventato. Genitori si diventa ad un certo punto, ma fare il papà e la mamma lo si impara con l’esperienza”.

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