Fiumi di droga tra Ballarò e lo Zen /FOTO /VIDEO | Arrestati i capi dello spaccio a Palermo /I NOMI

di Redazione

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Fiumi di droga tra Ballarò e lo Zen /FOTO /VIDEO | Arrestati i capi dello spaccio a Palermo /I NOMI

| giovedì 20 Marzo 2014 - 08:07

Nell’ambito dell’indagine denominata “Sambuca 2” gli agenti della sezione Antidroga della Squadra Mobile di Palermo hanno arrestato 5 persone accusate di far parte di una banda che vendeva cocaina, eroina, marijuana ed hashish. L’indagine è durata un anno e ha preso il via da un arresto eseguito nel 2011.

Si tratta di Giovanni Gambino 34 anni, Giuseppe Leto, 44 anni, Domenico Lo Presti, 72 anni, Pietro Vitale, 32 anni, Salvatore Vitale, 57 anni. Nel corso dell’operazione sono stati arrestati in flagranza di reato alcuni pusher, poi sono emersi i ruoli e le responsabilità.

Gestivano fiumi di droga che arrivavano dalla Calabria o dal Napolatano: vendevano le sostanze stupefacenti ai pushe di mezza città. “Le piazze dello spaccio a Palermo – ha spiegato Stefano Sorrentino, capo dell’antidroga di Palermo – sono Ballarò, dove operava Giovanni Gambino, Cruillas, regno di Lo Presti e lo Zen. Ma i 5 rifornivano anche spacciatori provenienti dalla provincia e dal Trapanese”.

Tra i reati contestati non c’è l’associazione mafiosa nè l’aggravante di mafia. Insomma cosa nostra non sarebbe coinvolta direttamente, ma Sorrentino ha spiegato che “visti gli gli ingenti quantitativi di droga pare impensabile un simile traffico senza quantomeno il placet da parte della mafia”.

E la mafia entra in questa storia tramite uno degli arrestati: Giuseppe Foglietta, uomo di assoluta fiducia di Giovanni Gambino. Foglietta, sorpreso nel 2012 all’uscita da un deposito laboratorio con addosso una notevole quantità di droga, è il nipote di un illustre ex mafioso ed uno dei primi collaboratori di giustizia, Totuccio Contorno.

“Foglietta era solo un bambino in macchina con lo zio, appunto Totuccio Contorno – ha raccontato Sorrentino – quando furono affiancati da un commando che tentò di ucciderlo, senza riuscirci ma senza esitare, nel caso, ad ammazzare anche un bambino”. Un racconto che rimanda subito al terribile omicidio di mafia alla Zisa dove ha perso la vita Giuseppe Di Giacomo, in macchina nipote di 9 anni.

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Gli investigatori hanno azzerato l’organizzazione criminale e sequestrato numerose dosi di droga destinate ai mercati cittadini di Ballarò e dello Zen. Scoperto anche una sorta di laboratorio-deposito in pieno centro storico, proprio nel quartiere di Ballarò.

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