Antimafia, gli avvocati siciliani chiedono le dimissioni di Rosy Bindi | Picierno (Pd): “Preoccupante la presa di posizione dei legali”

di Redazione

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Antimafia, gli avvocati siciliani chiedono le dimissioni di Rosy Bindi | Picierno (Pd): “Preoccupante la presa di posizione dei legali”

| lunedì 24 Marzo 2014 - 17:18

Il consiglio direttivo dell’Unione degli ordini forensi della Sicilia, che si è riunito a Messina, ha approvato un documento nel quale stigmatizza le dichiarazioni del presidente della Commissione antimafia Rosy Bindi – rese il 15 febbraio durante l’audizione del prefetto Giuseppe Caruso, direttore dell’Agenzia per i beni confiscati alla criminalità organizzata – “quando afferma, sulla base del verbale dell’ audizione, che ‘gli avvocati non cancellano dall’Ordine nemmeno colleghi che sono stati in galera, magari per reati mafiosi, o che in nome del diritto alla difesa di ogni imputato diventano complici del proprio imputato'”.

Secondo l’Unione degli ordini forensi, che chiede le dimissioni di Rosy Bindi, “le espressioni sono assolutamente inesatte, improprie e approssimative e, soprattutto frutto di una inquietante distorta visione dell’avvocatura italiana, oltre che generiche e diffamatorie. Emerge una visione distorta del ruolo della difesa, delle garanzie e delle regole del giusto processo relegando la funzione difensiva a mero strumento di contiguità con gli imputati-clienti”. “Bindi – concludono gli avvocati – rassegni le proprie dimissioni per poi chiarire e, soprattutto, rettificare il contenuto delle espressioni per aprire un sereno e costruttivo confronto dialettico che riconosca e valorizzi l’impegno della maggioranza degli avvocati italiani nella tutela della legalità e dei diritti dei cittadini vittime della violenza mafiosa”.

“Singolare e preoccupante, la presa di posizione dell’Unione degli ordini forensi della Sicilia, che con un documento unitario chiede le dimissioni della Presidente Bindi”. Lo ha dichiarato Pina Picierno (Pd), componente dlla commissione Antimafia. “Ci saremmo aspettati un plauso – spiega la parlamentare – per lo sforzo della Commissione Antimafia che, da un lato, punta a valorizzare il lavoro di tanti bravi avvocati che garantiscono il diritto alla difesa, senza mai colludere in alcun modo con i clan, e dall’altro, di evidenziare i legami perversi che esistono tra alcuni professionisti e clan mafiosi. Non è un mistero, infatti, che negli ultimi anni la cronaca giudiziaria ha riportato con sempre maggior frequenza casi eclatanti di professionisti -e tra questi anche avvocati- organici, o comunque molto vicini, ad organizzazioni mafiose o camorristiche, che in taluni casi hanno finito per garantire veri e propri vantaggi ai loro assistiti e ai clan di appartenenza”.

“Alcuni legali sono andati ben oltre il sacrosanto diritto alla difesa – sottolinea ancora Picierno – giungendo ad assicurare – tramite la comunicazione all’esterno del carcere delle volontà del detenuto – continuità di leadership e il mantenimento delle funzioni apicali all’interno dei clan. Di fatto neutralizzando il regime penitenziario del 41- bis”. “Per la Commissione Antimafia – prosegue – desta preoccupazione il decadimento qualitativo e deontologico che è andato delineandosi, soprattutto in aree ad alta densità criminogena, nell’ambito dell’esercizio della funzione di difesa. Per questi motivi è stato istituito un “Comitato” che lavorerà per accertare in che modo alcuni “professionisti ” si siano lasciati arruolare a pieno titolo dalle organizzazioni mafiose, entrando direttamente nella fase di elaborazione e di attuazione dei programmi criminali. Questo vale per la professione forense, ma non solo”.

“Ci auguriamo che il Consiglio Nazionale Forense – conclude Picierno – sostenga il lavoro della Commissione Antimafia, del Comitato istituito e della Presidente Bindi, per fare piena chiarezza su quanto è accaduto e sta accadendo, per dissipare tutte le ombre emerse e per valorizzare il lavoro della maggioranza degli avvocati, che in contesti difficili, continuano a svolgere il loro lavoro con grande correttezza”.

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