Papa Francesco incontra i vescovi ruandesi | per il 20esimo anniversario del genocidio

di Redazione

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Papa Francesco incontra i vescovi ruandesi | per il 20esimo anniversario del genocidio

| giovedì 03 Aprile 2014 - 14:02

Papa Francesco partecipa al dolore dei ruandesi nel 20esimo anniversario del genocidio del 1994 e assicura la sua preghiera per quanti soffrono ancora, per tutto il popolo del Ruanda, “senza distinzione di religione, di etnia o di scelta politica”: “In Ruanda ancora oggi ci sono ferite profonde da guarire. È importante superare i pregiudizi e le divisioni etniche e proseguire sul cammino della riconciliazione”.

Il Pontefice chiede ai vescovi ruandesi, ricevuti oggi in visita ad Limina, di “perseverare” nel loro impegno a favore della riconciliazione che si concretizza in numerose iniziative: “Il perdono delle offese e la riconciliazione autentica – afferma – che potrebbero sembrare impossibili in un’ottica umana sono invece un dono che è possibile ricevere da Cristo, attraverso la vita di fede e la preghiera”. E questo anche se “il cammino è lungo e richiede pazienza, rispetto reciproco e dialogo”.

La Chiesa, rassicura, è impegnata “nella ricostruzione di una società ruandese riconciliata”. Di qui l’esortazione di Francesco ai vescovi ad andare “risolutamente avanti” nel testimoniare la verità evangelica con il dinamismo della fede e la speranza cristiana. Solo stando uniti nell’amore, è stata la sua esortazione, “possiamo fare in modo che il Vangelo tocchi e converta i cuori in profondita’”. È allora importante, ribadisce il Papa, che, “superando i pregiudizi e le divisioni etniche, la Chiesa parli ad una sola voce, manifesti la sua unità e riaffermi la comunione con la Chiesa universale e con il Successore di Pietro”.

Incoraggiando la “riconciliazione nazionale” del Ruanda, Papa Bergoglio esorta anche a “rinforzare le relazioni di fiducia tra la Chiesa e lo Stato”. E ricorda il 50esimo delle relazioni tra Ruanda e Santa Sede, che ricorrono il 6 giugno prossimo. Un dialogo costruttivo e autentico con le autorità, afferma il Papa, “non potrà che favorire l’opera comune di riconciliazione e ricostruzione della società sui valori della dignità umana, della giustizia e della pace”. Siate, esorta, “una Chiesa in uscita” che “prende l’iniziativa”.

In particolare, il Papa mette l’accento sull’importanza dell’istruzione dei giovani e si rivolge agli Istituti religiosi che si dedicano a quanti sono stati feriti dalla guerra, nell’anima come nel corpo, ed agli orfani, ai malati e agli anziani.

“L’educazione della giovinezza – scrive il Papa – è la chiave dell’avvenire in un Paese dove la popolazione si rinnova rapidamente”. Sui laici, osserva che sono fortemente coinvolti nella vita della “Comunità ecclesiale di base”, nei movimenti, nelle opere caritative e mette l’accento sulla loro formazione spirituale, umana e intellettuale. Una vigilanza tutta particolare, conclude, va assegnata alle famiglie del Ruanda nel momento in cui si trovano minacciate dal processo di secolarizzazione. Infine Francesco esprime la sua gratitudine ai sacerdoti ruandesi, esortando i presuli ad essere loro vicini ed affida il popolo ruandese alla protezione della Vergine di Kibeho.

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