Riforme, le ultime ore del Cavaliere | e il ‘ricatto’ di 22 senatori Dem

di Elena Di Dio

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Riforme, le ultime ore del Cavaliere | e il ‘ricatto’ di 22 senatori Dem

| giovedì 03 Aprile 2014 - 15:06

Ci aveva provato ieri sera quando al Quirinale ha chiesto e ottenuto di incontrare il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, ex senatore e pure ex cavaliere è ormai ad un passo dalla decisione che il tribunale del riesame di Milano prenderà giovedì 10 aprile prossimo quando dovrà decidere sulle misure alternative all’anno di carcere, uno su tre per effetto dell’indulto, che Berlusconi dovrà scontare per la condanna per evasione fiscale nel processo Mediaset.

E i suoi più stretti collaboratori giurano che per lui la serenità è finita. Tanto da aver deciso di chiedere appuntamento al presidente Giorgio Napolitano per una richiesta di garanzia che era già sicuro di non poter ottenere: Berlusconi cioè ha chiesto un salvacondotto, un intervento presso la magistratura che non gli impedisca di partecipare attivamente alla campagna elettorale per le europee. Misura interdittiva che invece è prevista e che certamente condizionerà pesantemente la strategia comunicativa di forza Italia in vista delle europee di maggio.

Ovviamente Napolitano ha risposto picche nonostante sull’altro piatto della bilancia, Berlusconi avesse messo l’assoluta fedeltà agli accordi raggiunti con il premier Matteo Renzi sul tema delle riforme. Oggi Berlusconi ha mandato in avanscoperta, stavolta a palazzo Chigi, i suo fedelissimi Denis Verdini e Gianni Letta per discutere con il premier Matteo Renzi. Nessuna dichiarazione dopo il colloquio ma c’è da giurare che non sia stato un passaggio semplice quello degli emissari di Berlusconi davanti al premier. Quello che è certo al momento è solo che il confronto, sui temi delle riforme dalla trasformazione del Senato all’Italicum, è durato più di un’ora. Sui contenuti e sui motivi del confronto – certamente legati alle fibrillazioni all’interno della stessa maggioranza sul ddl che riforma il Senato trasformandolo in Senato delle autonomie – non trapela alcuna dichiarazione ufficiale dal palazzo Chigi. Ovviamente a Renzi, Berlusconi non ha potuto chiedere garanzie politiche come quelle avanzate al presidente della Repubblica.

Però Berlusconi intende apparire indispensabile a Renzi (e in effetti lo è specie al Senato dove l’opposizione interna al Pd è più riottosa all’approvazione senza modifiche del ddl di riforma della Camera Alta) proprio nel giorno in cui a palazzo Madama 22 senatori Dem hanno presentato un ddl alternativo a quello proposto dal governo e approvato in consiglio dei ministri lunedì scorso.

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